Cronaca

Alimenti avariati, indagine a Bolzano per un'azienda di Verona

Risponde pubblicamente il consigliere della Provincia di Verona: "Voglio precisare che non appartengo al partito di chi dà la colpa al padre e/o ai parenti e che attendo serena lo svolgimento delle stesse certa come sono della serietà del nostro ordinamento e quindi che ogni cosa verrà ampiamente chiarita".

Alimenti avariati, indagine a Bolzano per un'azienda di Verona
Cronaca Aggiornamento:

Alimenti avariati, l'indagine, che in origine ha coinvolto anche la allora consigliera provinciale di Forza Italia Ilaria Cervato, si è risolta per la stessa ancor prima del rinvio a giudizio, con una richiesta di archiviazione della posizione della consigliera formulata dallo stesso PM di Bolzano nel gennaio 2021, che ha consentito di accertare come la signora Cervato fosse del tutto estranea ai fatti contestati.

Cervato tra gli indagati

 Tra gli indagati c'era anche Ilaria Cervato, consigliere della Provincia di Verona, che aveva subito sottolineato:

"Voglio precisare che non appartengo al partito di chi dà la colpa al padre e/o ai parenti e che attendo serena lo svolgimento delle stesse certa come sono della serietà del nostro ordinamento e quindi che ogni cosa verrà ampiamente chiarita".

Sei le persone iscritte nel registro degli indagati per gli alimenti avariati trovati nelle scuole e nelle case di riposo, forniti dalla Olivo snc. L'azienda di Colognola ai Colli era stata posta sotto sequestro su disposizione del giudice di Bolzano, Walter Pelino.

La risposta di Cervato

Dopo la diffusione della notizia Cervato ha però precisato la situazione con un post pubblico sulla sua pagina Facebook:

"In relazione alle notizie di stampa sulle indagini in corso, che servono appunto per verificare delle ipotesi, che saranno poi eventualmente vagliate da un giudice, voglio precisare che non appartengo al partito di chi dà la colpa al padre e/o ai parenti e che attendo serena lo svolgimento delle stesse certa come sono della serietà del nostro ordinamento e quindi che ogni cosa verrà ampiamente chiarita. Sono orgogliosa di vivere in un Paese in cui vige la presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva, che credo debba valere anche nel mio caso, tanto più che ad oggi, non c’è alcun processo".

L’inchiesta

L’inchiesta è partita da una segnalazione arrivata dall’Azienda Servizi Sociali di Bolzano che aveva riscontrato qualche dubbio sulle forniture di carne e pesce. L’appalto, da 375.000 euro l’anno, prevedeva la fornitura di alimenti a otto mense di case di riposo, quattro asili nido ed una struttura di assistenza per persone disabili del capoluogo altoatesino.

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