L'ora della verità

+2mila morti Covid in autunno in Veneto: l'opposizione in Regione vuole una commissione d'inchiesta

E intanto il "Veneto che vogliamo" lancia una petizione per "salvare" lo scienziato Andrea Crisanti dall'accusa di diffamazione.

+2mila morti Covid in autunno in Veneto: l'opposizione in Regione vuole una commissione d'inchiesta
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Morti in eccesso rispetto alla media nazionale, dubbi e volontà di fare chiarezza sulle scelte politiche. La gestione della pandemia in Veneto sotto la lente dell'opposizione in Consiglio regionale che ha chiesto l'istituzione di una commissione d'inchiesta. Sarebbe la seconda targata Covid, dopo quella che aveva riguardato le Rsa. Nel frattempo c'è chi ha già le idee chiare su chi siano "i buoni" e i "cattivi" della storia: il progetto politico Veneto che vogliamo ha lanciato una petizione per dare solidarietà allo scienziato Andrea Crisanti accusato da Azienda Zero di diffamazione.

+2mila morti Covid in autunno in Veneto: l'opposizione in Regione vuole una commissione d'inchiesta

Una commissione d'inchiesta per stabilire, qualora ci siano, le responsabilità dei più di 2mila morti in eccesso a causa della pandemia Covid nel periodo dello scorso autunno. E' quanto è stato richiesto dall'opposizione in Consiglio regionale, motivo per cui, tra le altre cose, martedì 4 maggio 2021 il Governatore Luca Zaia ha dovuto annullare l'ormai quotidiano bollettino sull'emergenza sanitaria in corso.

Poco prima del punto stampa di lunedì mattina a Marghera, infatti, i consiglieri regionali di opposizione del Partito democratico, Veneto che vogliamo, Europa verde, M5S, sono tornati su quanto avvenuto a dicembre in Veneto, durante la cosiddetta seconda ondata che in Veneto, lo ricordiamo, è stata violentissima.

"Abbiamo richiesto di costituire una commissione d'inchiesta per indagare tecnicamente cosa sia accaduto in Veneto dal mese di settembre del 2020 fino alle chiusure del periodo natalizio - hanno spiegato - Abbiamo registrato 2mila morti in più rispetto a una media nazionale. Sono numeri che meritano un'indagine approfondita".

Altro tema, poi, quello delle case di riposo. In merito alle Rsa era già stata costituita una commissione d'inchiesta. "Per noi sarebbe stato più logico fondere insieme le due commissioni - aveva dichiarato il Governatore Zaia in conferenza stampa, e poi aveva aggiunto - Noi non abbiamo però mai rifiutato l'istituzione di una commissione d'inchiesta".

La questione, dunque, approda a palazzo Ferro Fini alla riunione della Commissione sanità: il Governatore Zaia, infatti, ha deciso di voler far parlare i tecnici regionali.

"Se il presidente Zaia ha bisogno dei tecnici per avere supporto - hanno continuato dall'opposizione - chieda pure supporto ai tecnici ma poi venga in Aula. Noi pensiamo che quello che serva sia un confronto politico su quanto accaduto, sulle scelte che la Regione ha compiuto".

Ma non c'è solo la politica. C'è anche la solidarietà nei confronti dello scienziato Andrea Crisanti, accusato dai propri "superiori" dell'Azienda Zero, dai vertici della sanità pubblica veneta in altre parole, di diffamazione. E' proprio il progetto politico Veneto che vogliamo a lanciare una petizione per mostrare vicinanza nei confronti del professore Crisanti.

Lettera aperta al professor Andrea Crisanti

"Gentile Professore,
siamo tra i tantissimi veneti che un anno fa hanno conosciuto la sua competenza scientifica e la sua disponibilità a mettersi a disposizione del sistema sanitario pubblico per difendere la comunità veneta dalla pandemia da Covid-19.

Siamo altrettanto consapevoli del fatto che è merito della sua preparazione e del suo impegno se la “prima ondata” del virus è stata contenuta in Veneto molto più che in altre regioni d’Italia, tanto che il suo metodo è stato successivamente applicato in altre zone del Paese.

Ovunque medici, infermieri e tutto il personale sanitario si sono impegnati allo stremo per salvare persone dalla pandemia ma non dappertutto hanno potuto contare su uno scienziato come lei e la diversità di risultati ne è chiara prova.
Siamo rimasti letteralmente esterrefatti quando lei è stato definito uno “zanzarologo” da un altro scienziato e ancor più stupiti dal fatto che allo scienziato in questione sia stata affidata la presidenza dell’Agenzia Italiana del Farmaco nonostante lo sprezzante giudizio riservatole (o, forse, proprio grazie a quel giudizio).

In queste ore siamo ancora più stupiti del fatto che lei venga accusato di diffamazione da Azienda Zero, cioè dai vertici di quella sanità pubblica veneta che grazie al suo insostituibile contributo è stata celebrata come vincitrice della sfida al Covid.

Non pensiamo solo, moralisticamente, che le sia riservato questo trattamento invece di rivolgerle i ringraziamenti che le sono dovuti. Siamo, invece, ben consapevoli che questa denuncia ha ragioni politiche e arriva alla fine di un percorso politico iniziato con la sua esautorazione dalla guida della battaglia contro la pandemia in Veneto.

È una scelta compiuta quando si sperava, senza alcuna certezza scientifica, che il Covid fosse definitivamente sconfitto e le voci, come la sua, che invitavano a una maggiore prudenza risultavano particolarmente scomode a chi voleva, a tutti i costi, il “ritorno alla normalità” (come se non fosse una cosa che vorremmo tutti, nelle necessarie condizioni di sicurezza).

Sono sotto gli occhi di tutti quali siano stati poi, durante i mesi autunnali e invernali, gli effetti di questo “ritorno”, tanto agognato quanto controproducente. E ora arriva la denuncia per diffamazione per aver espresso una posizione scientifica.

Possiamo solo esprimerle la nostra totale solidarietà di fronte a questa accusa sulla cui fondatezza non vale nemmeno la pena di esprimersi.

E siamo certi che la nostra solidarietà è quella di tanti Veneti, del personale sanitario, delle famiglie colpite dal Covid e di quelle che ne sono state finora immuni, dei tanti nostri concittadini che apprezzano le sue competenze scientifiche e che, come lei, sono determinate a non piegare la testa di fronte al potente di turno".

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