I retroscena dell'audizione

Caso seconda ondata Covid in Veneto, Zaia all'opposizione: "Abbiate le palle di denunciarmi"

Il Governatore, insieme ai tecnici della Regione, ha risposto in Commissione alle critiche mosse dalle opposizioni in aula.

Caso seconda ondata Covid in Veneto, Zaia all'opposizione: "Abbiate le palle di denunciarmi"
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Boom di contagi e di vittime, la curva che si impenna, il tracciamento che salta. E il Veneto che soffre, tra novembre e dicembre 2020, travolto da una seconda ondata devastante. Un dramma (poi vissuto anche in altre regioni italiane) sul quale, però, le opposizioni in Consiglio regionale veneto (in copertina i consiglieri di opposizione in Consiglio regionale), avrebbero visto delle responsabilità politiche imputabili alle scelte prese dalla Giunta guidata dal Governatore Zaia. Decisioni (come quella denunciata dal microbiologo Crisanti e diffusa dal programma Report, sull'utilizzo dei tamponi rapidi) che, sempre secondo le opposizioni, non sarebbero state in grado di gestire l'ondata nel modo migliore. Ieri Zaia insieme ai tecnici della Regione è stato ascoltato in commissione sanità. E non le ha mandate a dire...

Zaia: "Abbiate le palle di denunciarmi"

"C'erano decisioni da prendere e le abbiamo prese. Se siete sicuri che sussistano delle responsabilità penali collegate ai decessi della seconda ondata pandemica, andate in Procura e presentate una denuncia".

Non le ha decisamente mandate a dire il Governatore Luca Zaia, davanti alla commissione sanità in Consiglio regionale, in occasione della seduta straordinaria voluta dalle opposizioni in Consiglio per chiedere conto alla Giunta, e soprattutto al Governatore Zaia, del boom di contagi e di vittime in Veneto nella seconda ondata Covid, quella tra novembre e dicembre 2020.

"Siamo tutti pagati, voi quanto me, dai veneti per fare il nostro mestiere, giusto? Se siete convinti che ci sia qualcosa di illegale, che ravveda responsabilità personali, metteteci la faccia una volta. Almeno chiariremo una volta per tutte la verità - ha aggiunto il Presidente della Regione Zaia - Noi non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo neanche nella condizione di essere trattati come dei lazzaroni o dei poco di buono. Io non vengo qui né a giustificarmi né a farmi processare, ma a dirvi com'è andata questa storia. Con me non funziona l'accostamento malizioso tra i decessi e l'incuria".

L'affaire tamponi rapidi e il dossier Crisanti

E sulla questione tamponi rapidi? Quella per intendersi, sollevata dal microbiologo Andrea Crisanti, secondo cui sarebbero stati utilizzati in modo improprio? Anche di "affaire" tamponi si è parlato in commissione sanità. E proprio sul tema il Governatore ci ha tenuto a ricordare come il Veneto sia stato tra i primi a parlarne, mentre nel resto del mondo altri Paesi già ne facevano ampio uso, sviluppando tramite la ricerca, test sempre più precisi e accurati.

A dare ulteriore forza alla posizione della Giunta rispetto alle parole del microbiologo Crisanti, poi, ci ha pensato il direttore generale della sanità regionale, Luciano Flor, che ha spiegato di non aver mai ricevuto un vero e proprio studio dallo scienziato dell'Univerisità di Padova, "ma erano solo due paginette - ha chiarito - che denunciavano la scarsa attendibilità dei test antigenici rapidi". E qui si è entrati anche in una spiegazione più "scientifica".

Da un punto di vista clinico, nello studio conteso emergerebbero 3 test errati su 1441. Ma anche in questo caso dagli enti regionali è arrivato un chiarimento in merito, ed è stato il direttore generale dell'Istituto zooprofilattico delle Venezia (quello, per intendersi, che ha isolato per primo in Italia la variante inglese), la dottoressa Antonia Ricci, a dare una lettura dei risultati del dossier.

"Il lavoro presenta inesattezze grossolane, dati riportati in modo scorretto, paragona l'esito di test antigenici rapidi a quello di tamponi molecolari relativamente a casi con carica virale molto bassa, quindi non più contagiosa, rilevabile dunque solo dall'altissima sensibilità dei molecolari".

Caso seconda ondata Covid in Veneto

Ecco perché Crisanti parla di attendibilità al 68,9 per cento.

"Ma aumentando il numero di analisi si arriva a una stima più precisa che include i campioni ad alta carica virale. E allora si arriva a una sensibilità del 79 per cento".

Ma è stato sul "caso Vo'" (il paese sulla cui popolazione è stato effettuato un vero e proprio screening di massa dopo nel pieno della prima ondata Covid) che si è spiegata la "frattura" creata tra la posizione di Crisanti e quella degli enti della sanità veneta.

"Siamo rimasti colpiti quando abbiamo saputo che le sequenze dell'epidemia di Vo', un patrimonio fondamentale per la comunità scientifica, sono state depositate dal professor Crisanti in database solo il 24 febbraio. Con un anno di ritardo. E' un comportamento anti scientifico ed eticamente scorretto".

Ulteriore chiarimento, poi, per quanto riguarda i risvolti "penali" o presunti tali, delle affermazioni dello scienziato Crisanti nei confronti della sanità veneta. Azienda Zero, infatti, ha fatto sapere di non avere denunciato Crisanti per diffamazione, ma solo di aver inviato alla Procura di Venezia una relazione informativa con la ricostruzione cronologica delle decisioni e delle attività svolte dalle Uls per contenere e contrastare la seconda ondata pandemica.

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