Settima parte

Alla corte di poeti e scrittori: Piero Chiara, Vittorio Alfieri e Vasco Pratolini

Dal Lago Maggiore di Piero Chiara alla Firenze di Pratolini passando per Vittorio Alfieri e la “sua” Asti.

Alla corte di poeti e scrittori: Piero Chiara, Vittorio Alfieri e Vasco Pratolini
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Insieme a loro abbiamo viaggiato con la fantasia, leggendone le poesie, i racconti, i romanzi. Ora vi proponiamo di seguirne, in un certo senso, le orme: visitando i luoghi dove sono passati o quelli dove hanno ambientato i loro scritti. Un’immersione nelle loro storie, tra realtà e fantasia.

La Luino di Piero Chiara

Lo sfondo alle pagine di letteratura da cui partiamo oggi è quello del Lago Maggiore, in particolare di Luino: sono i luoghi amati da Piero Chiara, prolifico romanziere del Novecento con opere che sono state spesso trasformate in film: da “Venga a prendere il caffè da noi”, trasposto in film da Alberto Lattuada, a “I giovedì della signora Giulia”, fino al suo capolavoro “La stanza del vescovo”, che divenne un film di grande successo diretto da Dino Risi e interpretato da Ugo Tognazzi e Ornella Muti.
Piero Chiara era nato proprio a Luino nel 1913 e basta fare una passeggiata sul suo lungolago per immergersi nei suoi romanzi. Cominciando, magari, da Casa Zanella (Due Scale), alla fine di via Cavallotti, dove viveva: "Sono nato all’ultimo piano di una vecchia casa di Luino, in via Felice Cavallotti, dentro una stanza senza riscaldamento e senza luce elettrica... la mia prima casa, un piccolo regno", scriveva.
È uno storico e affascinante palazzotto di fine ‘700, dimora di famiglie nobili e illustri, poi sede di un ristorante. Si trova davanti al porticciolo di Luino e a quel Caffè Clerici che fu una sorta di seconda casa dello scrittore, con i suoi "tavolini di ferro e i miei amici seduti intorno fin dalla mattina", come scriveva ne “Il cappotto di astrakan”. Al fianco di Casa Zanella c’è invece il palazzo che ospitava l’Albergo Vittoria, mirabilmente descritto ne “Le avventure di Pierino al mercato di Luino”.

Luino, il Caffè Clerici frequentato da Piero Chiara

Scendendo per il lungolago si incontra il palazzo che era sede della Banca Popolare di Luino, dove il padre e la madre di Chiara avrebbero voluto piazzare il figlio, all’epoca piuttosto “irrequieto”. Siamo a piazza Garibaldi, con la statua del condottiero descritta in modo caricaturale da Chiara in “Una spina nel cuore”: "Un Garibaldi di pietra, ritto sul suo piedistallo in mezzo a un giardinetto erborato, coi pantaloni molli, la camicia rimborsata e l’aria un po’ intontita e sospettosa d’uno che esca, mal rassettato, dai cespugli dentro i quali ha lasciato un ignobile segno di sé".
Poco più avanti c’è Palazzo Verbania, costruito nel 1905 in stile liberty: quand’era frequentato da Chiara si chiamava Kursaal ed era un salone delle feste, con ampie vetrate e una sontuosa terrazza affacciata sul lago, dove si ritrovava in compagnia della "gente più avventurosa e spendereccia del paese, fannulloni la gran parte, ma anche esercenti, impiegati, professionisti, piccoli industriali, possidenti, fra i quali spiccavano dei veri filibustieri, tornati all’ovile dopo aver fatto denaro o riportato condanne in varie parti del mondo" (in “Una spina nel cuore”). Continuando la nostra passeggiata incrociamo l’ex Hotel Simplon e l’ex villa Hussy dalla singolare architettura con torretta introdotta per la prima volta a Luino. Sono tante le belle ville che s’affacciano su viale Dante e guardano il lago, la maggior parte in stile liberty: godetevi entrambi mentre camminate. E, se volete, finite il tour al cimitero dove Piero Chiara riposa.

Vittorio Alfieri e la “sua” Asti

“Nella città di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell’anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti”.

Così si presenta Vittorio Alfieri nella “Vita scritta da esso”. E una visita ad Asti sulle orme di questo scrittore precursore del romanticismo è a dir poco interessante. Fu un viaggiatore incallito, ma qui tornava sempre, appena poteva. Il nostro punto di partenza non può che essere la sua casa-museo nel cui cortile un busto dell’Alfieri dà il benvenuto a chiunque si accinga ad entrare: al piano nobile ospita gli appartamenti natali dello scrittore, più altre sale dove, attraverso manoscritti autografi, quadri, documenti, costumi di scena e bozzetti per le opere teatrali, si raccontano le principali tappe della sua vita e del suo percorso formativo e artistico. Non lontana è la chiesa di San Martino dove il piccolo Vittorio - che doveva essere piuttosto “vivace” - veniva portato in castigo, con la reticella che gli ricopriva i capelli ("inreticellato, piangente, ed urlante,(…) lungo le vie abitate"). Approfittatene per visitarla e ammirare l’affresco della cupola raffigurante “La Gloria di Alessandro Sauli”, oltre alla “Fuga in Egitto” e “L’Epifania”, opere di Gian Carlo Aliberti, e due quadri ad olio di Michelangelo Pittatore, uno raffigurante santa Lucia e santa Apollonia, e l’altro san Giuseppe.

Asti, Palazzo Alfieri

Assolutamente da non perdere è la visita alla Cattedrale di Asti dedicata a Santa Maria Assunta, una fra i maggiori esempi del gotico lombardo nel nord Italia e fra le più grandi chiese del Piemonte con i suoi 82 metri di lunghezza e 24 di altezza e larghezza. Qui è sepolta la madre di Vittorio Alfieri, Monica Maillard de Tournon. All’interno sono conservate diverse opere interessanti del pittore Gandolfino da Roreto, come “Lo sposalizio della Vergine” databile ai primi anni del Cinquecento, il polittico “Genealogia della Vergine” e “La Madonna del banchiere”, un certo Oberto Solaro, committente del dipinto e ritratto inginocchiato.
Il tour si potrebbe chiudere ammirando l’imponente statua in marmo di Carrara che la città di Asti ha dedicato a Vittorio Alfieri nella piazza a lui intitolata: alta tre metri e mezzo e poggiata su un piedistallo di granito, lo ritrae in posizione fiera e valorosa.

Con Vasco Pratolini ci si immerge nei quartieri popolari di Firenze

Con un salto pindarico ci spostiamo dal Piemonte a Firenze dove Alfieri è sepolto nel Pantheon delle Itale Glorie, cioè nella basilica di Santa Croce: il suo monumento funebre, raffigurante l’Italia turrita afflitta per la morte del poeta, è opera di Antonio Canova.
Ma nel capoluogo toscano vogliamo metterci sulle tracce dei luoghi che hanno fatto capolino nelle opere dello scrittore Vasco Pratolini.
"Panni alle finestre, donne discinte. Ma anche povertà patita con orgoglio, affetti difesi con i denti. Operai, e più propriamente falegnami, calzolai, maniscalchi, meccanici, mosaicisti. E bettole, botteghe affumicate e lucenti, caffè novecento. La strada, Firenze. Quartiere di Santa Croce". È la descrizione, appunto, che Pratolini fa del delicato passaggio dall’adolescenza alla prima giovinezza di alcuni ragazzi del rione di Santa Croce nel romanzo corale del 1944 “Il Quartiere”.

Firenze, il Cimitero delle Porte Sante dov’è sepolto Vasco Pratolini

Lo scrittore nacque non lontano da lì nel 1913: una targa, collocata in via dei Magazzini 1, indica la casa natale. Infatti, sono i suoi ricordi d’infanzia, trascorsi insieme alla nonna, che hanno ispirato il suo racconto autobiografico intitolato proprio “Via de’ Magazzini”. Tanti altri sono i luoghi di Firenze che hanno influenzato la produzione di uno dei più grandi autori del Novecento: da via del Corno, ricordata in “Cronache di poveri amanti”, al quartiere di San Niccolò, dove nasce uno dei più grandi personaggi creati dallo scrittore, Metello, fino al quartiere di San Frediano, ambientazione del libro “Le ragazze di San Frediano”. "Il rione di San Frediano è 'di là d’Arno', è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni medicei; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la curva dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine" (da “Le ragazze di San Frediano”). Un tour tra queste vie è il modo migliore per immergersi in quella Firenze popolare che, alla fine, è la vera protagonista dei racconti di Pratolini.
Se, infine, volete lasciargli un saluto, recatevi al Cimitero delle Porte Sante presso la basilica di San Miniato al Monte, dov’è sepolto. E approfittatene per visitare anche questa straordinaria chiesa, uno dei migliori esempi di stile romanico fiorentino e da cui si gode un panorama straordinario di Firenze.

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