Verona

Sciopero lavoratori Fondazione Arena: a rischio la rappresentazione di “Aida”

Le organizzazioni sindacali ribadiscono che lo sciopero è la conseguenza dell’atteggiamento di chiusura rispetto alle richieste di risoluzione di gravissimi problemi e criticità che riguardano il futuro e la sopravvivenza stessa della Fondazione Arena.

Sciopero lavoratori Fondazione Arena: a rischio la rappresentazione di “Aida”
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Le sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e La Rsu hanno indetto uno sciopero per la giornata di oggi dei lavoratori di Fondazione Arena.

Sciopero lavoratori Fondazione Arena

La Rappresentanza Sindacale Unitaria e le Organizzazioni Sindacali hanno indetto uno sciopero unitario proclamato per tutta la giornata di oggi, giovedì 15 luglio 2021, compresa la rappresentazione di “Aida”. Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e La Rsu spiegano:

"Dietro all’immagine perfetta che la Dirigenza e il Presidente di Fondazione Arena vogliono veicolare eleggendo questo Festival lirico a simbolo e volano di una ripartenza economica della città, la situazione reale della Fondazione e dei suoi lavoratori è invece drammatica. Lo sciopero è la conseguenza inevitabile dell’atteggiamento di chiusura rispetto alle richieste di risoluzione di gravissimi problemi e criticità che riguardano il futuro e la sopravvivenza stessa della Fondazione Arena".

Nello specifico, le sigle sindacali spiegano:

"Fin dalla presentazione del progetto di questo Festival, dal numero di serate pari ad un Festival areniano tradizionale, ma con capienza ridotta a circa un terzo per le restrizioni Covid, abbiamo richiesto insistentemente, ma invano, totale trasparenza sui conti e garanzie reali ed esigibili sulla sostenibilità economica della stagione estiva e sulla sua compatibilità con una programmazione e un’occupazione piena a 12 mesi: scelte avventate e temerarie sul numero di spettacoli e sugli investimenti tecnologici potrebbero essere in questo momento fatali, se invece che essere frutto di valutazioni responsabili a tutela della Fondazione rispondessero ad interessi esterni. È giunto il momento che queste garanzie arrivino e i lavoratori, dopo i sacrifici che sono stati loro imposti negli ultimi anni, sono pronti a tutte le forme di lotta per salvaguardare il proprio posto di lavoro".

Atteggiamento di chiusura

Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e La Rsu hanno inoltre aggiunto:

"Un atteggiamento di totale chiusura della Direzione non ha permesso la trattativa prevista dalla legge sulla Nuova Dotazione Organica. Le poche comunicazioni consegnate, lacunose e volutamente non ufficiali, prefigurano un pesante depauperamento delle maestranze artistiche e tecniche direttamente impiegate nella produzione, che sono il vero valore che contraddistingue una Fondazione lirica, a favore di un ulteriore aumento delle figure dirigenziali e di un rafforzamento della struttura amministrativa, con manifeste intenzioni di stabilizzare figure reclutate al di fuori dei meccanismi di selezione pubblica. Questa impostazione non corrisponde al modello di Fondazione lirico-sinfonica e noi la rigettiamo in toto: i lavoratori lottano per una immediata riapertura della discussione sulla dotazione organica che parta dal rafforzamento di orchestra, coro e tecnici, settori ormai ridotti ai minimi termini, ma indispensabili alla produzione dei nostri spettacoli e da un vero progetto di ripristino del corpo di ballo e di valorizzazione degli spettacoli di balletto come da Statuto e mandato istituzionale".

Tutela della salute e della sicurezza

Le criticità proseguono e le sigle sindacali puntualizzano:

"Gravi criticità riguardano anche la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori: dopo numerose segnalazioni rimaste inascoltate, abbiamo aperto un percorso di verifica dei protocolli e degli obblighi di screening anti-Covid con gli enti preposti per finalità di tutela. A tematiche generali che interessano tutti i lavoratori, si aggiunge nel settore del coro una situazione particolare di estremo disagio, causato dalle scelte aziendali e che mette a repentaglio la salute degli artisti, cui la Direzione non ha voluto porre alcun rimedio, nonostante tutti i nostri tentativi di risoluzione".

Ma non solo:

"Grave opacità ha caratterizzato la gestione della vertenza sulla violazione del diritto di chiamata dei lavoratori aggiunti, molti dei quali sono stati lasciati a casa, sebbene per le norme contrattuali (art.1 del CCNL) avessero diritto all’assunzione per il Festival, per addotte problematiche tecnico-legali sulle quali non siamo riusciti ad aver chiarezza, nonostante le nostre numerose richieste di chiarimenti. Alcuni lavoratori sono stati obbligati a sottoscrivere una coercizione contrattuale di rinuncia ai diritti pregressi per poter lavorare, mentre chi non ha accettato non è stato contrattualizzato. Ciò oltretutto sta causando un nuovo aumento della vertenzialità, già elevatissima".

Malcontento tra i lavoratori

Nessun elemento di discontinuità e di garanzia è stato quindi concretamente offerto alle OO.SS. per consentire loro di affrontare nel merito con serietà e concretezza le numerose questioni, complesse e strategiche, che giacciono sul tappeto irrisolte da mesi e che hanno alimentato un generalizzato malcontento tra i lavoratori di ogni settore, stabili e a termine. Le single sindacali concludono:

"Questo sciopero si poteva evitare imbastendo, nei mesi, concrete e costruttive relazioni sindacali e offrendo, anche solo all'ultimo minuto un segno di reale discontinuità. Nel riproporre le stesse formule, che ad oggi non hanno prodotto alcun risultato, non c'è da parte di FAV lungimiranza.
Per il bene del futuro di Fondazione Arena e dei suoi Iavoratori è ora di cambiare per ripartire. Ribadiamo che le organizzazioni sindacali hanno sempre ricercato il confronto con la controparte, ma non è di certo all'ultimo minuto che FAV puo pensare di ripresentarsi con lo stesso schema di gioco che si è dimostrato inefficace anche ai supplementari. Speriamo nei rigori".

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