"Sono una escort". Il diario di Giulia

Inchiesta esclusiva di VillafrancaWeek. La vita di una escort a Villafranca

"Sono una escort". Il diario di Giulia
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Inchiesta esclusiva di VillafrancaWeek. La vita di una escort a Villafranca

C'è l'idea, lussuriosa ed eccitante nell'immaginario maschile, e poi c'è la realtà, quotidiana e normale. Giulia è una escort che riceve in un condominio alla periferia di Villafranca.

Pugliese, quarantenne, dopo oltre 15 anni di matrimonio a settembre si è ritrovata da sola con un figlio di vent'anni: «A mio marito interessavano di più gli amici che la sua famiglia». Da casalinga con la terza media Giulia, si è trovata a dover guadagnare uno stipendio dall'oggi al domani. E così ha iniziato il pellegrinaggio dei curriculum: centri commerciali, uffici professionali e negozi nell'hinterland. E nonostante il suo metro e ottanta, il suo fisico da modella e la sua bella presenza, nessuno l'ha mai richiamata. Così la decisione di vendere il proprio corpo agli sconosciuti.

«Non c'è niente di eccitante in tutto questo. Per me non è un piacere, è una necessità. Vorrei uscirne al più presto e se ho accettato di parlare è perché spero che qualcuno mi contatti tramite voi per offrirmi un lavoro» ci dice Giulia, che ci riceve a casa sua vestita in modo elegante tanto da sembrare una manager: vive in un'abitazione «normale», con in giro le foto di Nicolas Sarkozy: «È il mio uomo ideale, di potere e affascinante. Con Carla Bruni sono una coppia bellissima».

Quando Giulia decide di fare il passo e diventare una escort si iscrive al sito di annunci «Bakeca». La sua descrizione e le sue foto attirano subito un gran numero di clienti, ma per lei ogni volta è un trauma: «Non provo nulla. Mi estraneo. Cerco di apparire calda e passionale e di soddisfare i loro istinti, ma non vedo l'ora che finisca» dice la donna, che in media guadagna 120 euro per una prestazione «completa». Ci mostra il suo curriculum: negli anni '90 ha fatto qualche sfilata per Versace e Calzedonia, ma la gelosia della mamma ha bloccato la sua carriera. Chiediamo se in questi mesi sia accaduto qualcosa di spiacevole o particolare: «No, i tipi strani li blocco già al telefono. Ricevo sempre in casa, e prima mi faccio inviare i documenti dei clienti, soprattutto se, in casi particolari, devo recarmi in albergo o in altre strutture. Arrivano, parliamo un po' e poi consumiamo».

Giulia si presta anche come accompagnatrice per eventi e convegni, ma in questi casi il costo lievita ad oltre mille euro. Mentre parliamo c'è poco di fantasioso o stimolante: la donna che ci parla è stata costretta a fare questo lavoro dalle cose della vita. Di suo figlio, ventenne, non vuole parlare, ci dice solo che non vive con lei. «Ho ricevuto qualche uomo di potere, anche uno psichiatra molto noto. Mi era stato chiesto di contattare un politico romano perché gli piaceva vedere le coppie fare sesso senza partecipare. Ma ha preso paura e si è dileguato. Mentre una volta un arabo che lavorava in ambasciata mi voleva a Roma ma voleva mi vestissi in modo osceno: rifiutato».

Giulia oggi ha un compagno a cui ha detto la verità; lui ha capito ma le ha chiesto di smettere e di essere mantenuta da lui: «No, basta, ci sono già passata». Fino a qualche mese fa la donna pagava una cifra importante per poter pubblicare gli annunci sul sito, oggi lo fa gratis ma la visibilità ne risente: «Ho avuto un calo di clienti. Ogni volta devo prepararmi psicologicamente prima di fare sesso. Non è facile se sei costretta». Le chiediamo se le sue «colleghe» lo facciano per piacere o per esigenza: «Ne conosco due-tre della zona con cui collaboro in casi particolari. Un mio amico mi ha raccontato di un'infermiera che fa la escort per puro piacere: durante una cena ha fatto sesso orale ad una dozzina di uomini».

Giulia arrotonda lavorando come rappresentante di uno strumento per la cura della pelle, ma finché non creerà un giro di rappresentati porta a porta non riceverà un euro. «Che rapporto avrai con il sesso quando finirà questa storia?» le chiediamo. «Normale, sarò finalmente tutta per il mio compagno. Le persone faticano a comprendere, io non sono un'assatanata, ho sempre concepito il sesso come una cosa normale... non sono mai stata una ninfomane, ecco. Non c'è nessun uomo che mi abbia lasciato qualcosa, solo "rose"», la parola utilizzata come sinonimo di euro.

«Forse i miei vicini hanno capito, vedono un gran via vai di uomini, ma non me ne curo. Ho altri problemi e devo mangiare, pagare le bollette e l'affitto. Pensino ciò che vogliono». Poi Giulia ci saluta, collega gli auricolari e risponde alle chiamate di chi, di lì a poco, beneficerà dei suoi servizi.

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