Covid, Sboarina: “Il 2,2% di bambini positivi comporta il 50% delle classi chiuse”
Il direttore generale ha spiegato che ora la coorte più interessata nei contagi è quella che va dai 10-19 anni con 4078 casi, mentre sono 4046 quelli della seconda fascia cioè da 0 a 9 anni.
Aumentano ancora i contagi Covid all’interno delle scuole e la situazione attuale diventa sempre più insostenibile.
Il 2,2% di bambini positivi comporta il 50% delle classi chiuse
Il sindaco di Verona, Federico Sboarina oggi giovedì 20 gennaio 2022 ha fatto il punto sulla situazione Covid all’interno del territorio veronese assieme al direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera. Non mancano le tensioni per l’assenza di personale scolastico e di alunni positivi che comportano la chiusura delle aule. Il primo cittadino ha spiegato:
“Quella delle scuole è la situazione più critica per la città ma non solo anche a livello nazionale. Parlo da sindaco e mi riferisco anche a quella fascia di età su cui l’amministrazione comunale è direttamente interessata che sono nidi e materne. Ho visto i dati del Ministro Bianchi che dice che il 93% degli studenti sono in presenza, non tiene conto dei nidi che è la situazione più critica per le famiglie. E’ evidente che il ragazzo delle superiori in dad è un grosso problema, la scuola dev’essere fatta in presenza ma riesce a gestirsi, se sta casa una bambino/a 0-6 anni entra in crisi il sistema città. Diventa un problema per i genitori perché i figli piccoli non possono stare a casa da soli”.
Portando alcuni dati il sindaco ha spiegato:
“Per quanto riguarda le scuole materne e asili nidi, noi abbiamo nelle scuole dell’infanzia 41 bambini positivi su 1841, è il 2,2% della popolazione dei bambini delle scuole infanzia, questo ha determinato la chiusura di 35 sezioni su 78, quindi il 45%. Nei nidi con 25 bambini su 1018, che determina il 2.4%, con la chiusura di 24 sezioni su 50%. Abbiamo praticamente il 2% dei bambini di nidi e infanzia positivi che hanno determinato quasi il 50% delle sezioni chiuse. In totale noi abbiamo 6 plessi chiusi per il 2,2% dei bambini positivi. Ovviamente con tutte le difficoltà comprensibili che ha l’Ulss e Sisp per la tracciabilità e tamponi”
Serve un cambio di rotta
Il sindaco Sboarina ha poi puntualizzato:
“Con la normativa attuale il sindaco non ha alcun strumento, è da un mese e mezzo che già dicevo e che dico che questa è una fase diversa rispetto alle precedenti e non può essere gestita con gli stessi strumenti questa fase pandemia, si determinano situazioni ingestibili”.
Sono diversi i casi in cui una mamma nel tardo pomeriggio oppure alla sera viene avvisata che l’indomani il bambino non andrà a scuola perché è risultato un caso di positività in classe. A tal proposito il primo cittadino ha spiegato:
“Come facciamo a gestire la famiglia per il lunedì mattina se per esempio mi avvisi la domenica sera? E’ un problema, nel tardo pomeriggio arriva la comunicazione che c’è un positivo e uno non riesce a gestirsi. Ritengo che è oggettivo che la situazione è sfuggita di mano, non è stata la gestione migliore tenuto conto della tipologia del contesto pandemico che stiamo vivendo. Lo dicono i dati e i numeri per cui il 20 gennaio dell’anno scorso avevamo in provincia di Verona 169 casi positivi, oggi 4532, 15 giorni fa, nel comune di Verona c’erano 5902 positivi, ieri invece ce n’erano 14.572. E’ una situazione completamente diversa che non può essere gestita in questo modo e tutto ricade sulle famiglie che non riescono a gestire la situazione. Questa variante può essere affrontata in modo diverso? C’è una criticità forte, la situazione non è gestibile dalle famiglie. Dobbiamo garantire dei servizi.
Molti operatori positività
Il direttore generale dell’Ulss 9 Scaligera, Pietro Girardi ha spiegato:
“Da lunedì a oggi le classi coinvolte sono passate da 1300 a 2437 a oggi in provincia di Verona. In tutto questo significa che ci sono circa 400 persone da avvertire rispetto al meccanismo del t0, t5, t10 poi capire età, classe, stato vaccinale. E’ un sistema molto complicato che si auspica che possa essere semplificato a monte. In questo momento, ci scusiamo per eventuali disservizi ma abbiamo 400 operatori su 6300 dipendenti positivi o in quarantena. Una quota del lavoro non siamo in grado di farlo per assenza di persone, il livello di attenzione è alto però questo comporta una ricaduta sulla popolazione aldilà dei ricoveri, tamponi e tamponamento e attività dei vaccini. La campagna vaccinale va avanti, è importante nelle fasce pediatriche e potrebbe evitare casi gravi di malattia”.
Il direttore generale ha spiegato che ora la coorte più interessate nei contagi è quella che va dai 10-19 anni con 4078 casi, mentre sono 4046 quelli della seconda fascia cioè da 0 a 9 anni, poi ci sono i genitori dai 30 ai 39 con 3489. Questo provoca lavoro e stress per famiglie, operatori scolastici e sanitari.