Caso Castel d'Azzano, prove di dialogo

«Continuando a considerare i flussi migratori nella logica emergenziale, si offre l’alibi a quegli amministratori comunali che non muovono un dito»

Caso Castel d'Azzano, prove di dialogo
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«Continuando a considerare i flussi migratori nella logica emergenziale, si offre l’alibi a quegli amministratori comunali che non muovono un dito»

Migranti all'hotel Cristallo di Castel d'Azzano, dopo tante proteste e manifestazioni è il momento del dialogo. Il caso, infatti, non finirà al Tar ma sono tante le questioni da risolvere e a cui si dovrà dare risposta.

Ne ha parlato anche Michela Faccioli, presidente di Arci di Verona, che ha sottolineato come «l'arrivo dei rifugiati non può più essere ritenuto un’emergenza, bensì un dato strutturale. Continuando a considerare i flussi migratori nella logica emergenziale, si offre l’alibi a quegli amministratori comunali che non muovono un dito. Le istituzioni, come è evidente, non stanno aggredendo il problema: l’Europa non è in grado di imporre a tutti i paesi membri di accogliere la loro parte di persone di origine straniera; l’Italia non ha ancora messo a punto una sistematica politica, con il rischio che il lavoro serio di tante organizzazioni del terzo settore che si stanno occupando per suo conto dell’accoglienza, venga offuscato da quei soggetti senza competenze e senza esperienza, spesso mossi da un interesse prettamente lucrativo; vi sono Comuni virtuosi e comuni indifferenti o addirittura ostili: i primi che si caricano di buona parte della responsabilità e i secondi, la stragrande maggioranza, che non vogliono accettare alcun immigrato».

In merito alla proposta di distribuire i richiedenti asilo sul territorio attraverso la proporzione di tre profughi ogni mille abitanti, per alleggerire il carico nei piccoli comuni, l'Arci sostiene che «occorre che tutti i Comuni italiani, in proporzione agli abitanti, sviluppino un sistema di accoglienza; occorre altresì che venga verificata con maggior rigore la qualità dei servizi offerti, la competenza dei soggetti coinvolti, la trasparenza nell’affidamento degli appalti. Allo stesso modo è necessario distribuire i rifugiati e richiedenti asilo in appartamenti, responsabilizzandoli sul loro percorso d’inserimento e puntando a un coinvolgimento reale del territorio. I grandi centri con molti posti sono dannosi perché creano allarmismo e disagio sociale con il pericolo di alimentare la guerra tra poveri tra migranti e italiani. Occorre, insomma, che il fenomeno dell’immigrazione sia trattato per ciò che è realmente, e affrontato, in primo luogo da chi ha un ruolo politico, con la serietà dovuta, per governarlo e per sottrarlo a facili manipolazioni».

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