Verona

A scuola si impara a salvare una vita: corso di primo soccorso per studenti maggiorenni

L’iniziativa punta a preparare gli studenti ad una corretta gestione del primo soccorso, in particolare nei casi di ostruzione delle vie aeree e di arresto cardiocircolatorio, anche attraverso l’utilizzo del DAE - Defibrillatore Semiautomatico Esterno, se disponibile.

A scuola si impara a salvare una vita: corso di primo soccorso per studenti maggiorenni
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A scuola si impara a salvare una vita, grazie al corso di primo soccorso per studenti maggiorenni.

A scuola si impara a salvare una vita

E’ questo l’obiettivo del progetto “Diamoci una scossa. La rianimazione nella scuola” promosso dal Comune - Assessorato alle Politiche giovanili e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Un’opportunità offerta quest’anno a circa 200 ragazzi maggiorenni iscritti negli istituti Secondari di II° grado di Verona. A tutti, al termine del corso intensivo della durata di 5 ore, sarà rilasciata la relativa certificazione “Esecutore DAE”, che abilita all’utilizzo del DAE su tutto il territorio nazionale.

L’iniziativa, infatti, punta a preparare gli studenti ad una corretta gestione del primo soccorso, in particolare nei casi di ostruzione delle vie aeree e di arresto cardiocircolatorio, anche attraverso l’utilizzo del DAE - Defibrillatore Semiautomatico Esterno, se disponibile.

Per questa tipologia di interventi avere persone formate sul posto, pronte ad agire immediatamente, risulta di fondamentale importanza nella cosiddetta “catena della sopravvivenza”, composta dalle fasi di Allarme Precoce, Rianimazione Precoce, Defibrillazione Precoce. L’ostruzione da corpo estraneo e l’infarto rappresentano in assoluto le emergenze più serie in termini di conseguenze irreversibili. Le vittime, se non trattate con prontezza, rischiano la vita oppure, se soccorse tardivamente, possono riportare danni permanenti.

Progetto sostenuto dal Comune

Il progetto è sostenuto dal Comune, che ad ogni studente partecipante riconosce un contributo di 50 euro per un totale di 10 mila euro di investimento. I corsi saranno tenuti da personale sanitario con anni di esperienza nel campo dell’emergenza/urgenza, messo a disposizione dall’azienda Ospedaliera Universitaria. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici delle Politiche giovanili al numero 045 8079653.

L’iniziativa è stata illustrata dall’assessore alla Politiche giovanili Francesca Toffali insieme a Simone Sebastiani Responsabile Centro Formazione IRC - Italian Resuscitation Council AOUI Verona. Presenti, in collegamento via web, Luca Dal Corso Direttore IRC e ideatore del progetto “Diamoci una scossa. La Rianimazione nella scuola” e Adriano Valerio Responsabile SUEM 118.

“Una bella opportunità di forte utilità sociale – sottolinea l’assessore –, accolta con entusiasmo dal mondo della scuola. Sono state parecchie fin'ora le richieste di attivazione del progetto da parte dei dirigenti scolastici del territorio, che ne hanno riconosciuto l'utilità, anche in considerazione della neo Legge 1441, che inserisce nei programmi scolastici la didattica sul ‘Primo Soccorso’ come insegnamento obbligatorio nelle scuole italiane. Per questa prima edizione saranno coinvolti complessivamente 200 ragazzi maggiorenni. Verona punta sui suoi giovani per un’azione a tutela di tutta la comunità e mira a diventare una città sempre più cardio-protetta”.

“A tutti gli studenti partecipanti – spiega Sebastiani – al termine del corso intensivo della durata di 5 ore, sarà rilasciata la relativa certificazione ‘Esecutore DAE’, che abilita all’utilizzo del DAE su tutto il territorio nazionale. Formeremo così una nuova task force di giovani preparati e pronti ad intervenire per dare aiuto a chi si trova in difficoltà. Nel primo soccorso, infatti, l’intervento immediato è fondamentale per garantire la sopravvivenza e il miglior recupero delle vittime”.

“L’obiettivo – precisa Dal Corso – non è solo quello di far ripartire un cuore, ma di evitare i danni collegati alla mancanza di ossigenazione a causa di un ritardo nell’intervento. Rendere i ragazzi autonomi nella gestione dell'arresto circolatorio, significa poter restituire alla persona vittima d’infarto la qualità della vita che rischia di essere perduta. Purtroppo, negli ultimi due anni, durante la pandemia, si è registrato un aumento delle patologie a carico del sistema cardiovascolare. Da qui la necessità di rafforzare, anche nell’ambito della scuola e quindi fra i più giovani, la conoscenza sulle modalità di intervento di base, essenziale per dare aiuto e salvare vite”.

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