Cortile di Giulietta invaso dai turisti, si pensa all’esproprio: “Basta ressa per fare selfie”
Nel corso degli anni i comproprietari del cortile (che hanno delle attività commerciali) hanno sempre rifiutato ogni soluzione che era stata avanzata dal Comune e dal soprintendente.
Il cortile di Giulietta ogni giorno viene invaso dai turisti e il soprintendente Archeologia, Paesaggio e Belle Arti di Verona, Vicenza e Rovigo ha suggerito l’esproprio.
Cortile di Giulietta invaso dai turisti, si pensa all’esproprio
Un biglietto per poter entrare all’interno del cortile della Casa di Giulietta? Potrebbe essere la soluzione per risolvere il problema che da anni “assale” via Cappello con resse di turisti nel cortile della Casa di Giulietta. Vincenzo Tinè, soprintendente Archeologia, Paesaggio e Belle Arti di Verona, Vicenza e Rovigo ha suggerito un “atto di coraggio” all’amministrazione definendo l’esproprio come una soluzione percorribile.
Sono due anni che il soprintendente parla con il Comune di Verona della questione e ora si sta pensando all’atto amministrativo che riguarderebbe il cortile e una parte della palazzina a sinistra dell’ingresso che renderebbe il Comune l’unico proprietario dell’area. Un’azione che permetterebbe di rendere a tutti gli effetti tutta la zona un museo.
La possibile soluzione
Si pensa a un ticket per poter accedere anche al cortile. L’idea sarebbe quella di mettere dei tornelli, proprio com’era stato suggerito dall’amministrazione nell’ottobre 2020, per consentire il regolare flusso dei visitatori ma limitare il numero delle persone contemporaneamente presenti nel cortile. Verrebbero inseriti nell'androne due tornelli automatizzati, idonei all'acceso di carrozzine disabili, con lettore ottico e con numeratore automatico per contingentare gli ingressi.
Tinè, in un recente intervento televisivo ha ribadito il suo disappunto affermando:
“Si entrerebbe prenotando e pagando un biglietto, e si eliminerebbero così le resse di persone che entrano solo per farsi un selfie nel cortile”
Nel corso degli anni i comproprietari del cortile (che hanno delle attività commerciali) hanno rifiutato ogni soluzione che era stata avanzata dal Comune e dal soprintendente perché c’era sempre qualcuno che non era d’accordo.