Proclamato fermo nazionale di 48 ore dei servizi Taxi, Confartigianato: “No al DDL Concorrenza!”
Martedì 5 e mercoledì 6 luglio 2022: saranno 48 le ore di fermo proclamato in tutto il Veneto ed in Italia da ben 15 sigle sindacali del comparto, quelle più rappresentative ossia: Confartigianato Taxi, Fast-Confsal, Satam, Tam, Usb-Taxi, Unica Filt Cgil, Uiltrasporti, Cna Fita Taxi, Claai, Legacoop Produzione e Servizi, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa Trasporti, Casartigiani e Fit-Cisl.
Proclamato fermo nazionale di 48 ore dei servizi Taxi
“Il DDL Concorrenza interviene pesantemente sul settore del trasporto pubblico non di linea afferma Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigianato Imprese Verona – nel quale coesistono piccole e micro imprese, localizzate territorialmente, in ragione del servizio di trasporto pubblico erogato a favore e nell’interesse di utenza locale in modo integrativo e complementare al servizio di Trasporto Pubblico Locale. Va ricordato che il regime delle licenze e delle autorizzazioni, di fatto, impedisce la formazione di monopoli in quanto vi è un limite oggettivo al cumulo, che è vietato nel servizio taxi e limitato nel servizio NCC. Le tariffe sono amministrate e vi sono obblighi minimi di servizio a tutela dell’utenza. Il servizio ha livelli di regolazione analoghi in tutta Europa e nel Mondo”.
Il veneto Alessandro Nordio, delegato nazionale per la categoria Taxi di Confartigianato ha proseguito:
“Con questo provvedimento il Governo intende ottenere una delega in bianco, con l’unico obiettivo, a quanto pare, di consentire a piattaforme multinazionali globalizzate di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosmilmente costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro, lo sviluppo dell’artigianato e della cooperazione, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilità sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata”.
La richiesta e le motivazioni
Nonostante le ripetute richieste delle Associazioni di categoria, negli ultimi sette mesi non è stato possibile un reale confronto con il Governo. La richiesta di stralcio dell’art. 10 (ex.art.8 nelle precedenti versioni del testo) è mossa dalle seguenti ragioni:
- Il provvedimento non entra adeguatamente nel merito della necessaria regolazione delle piattaforme, la diversità tra chi fa intermediazione senza responsabilità nel trasporto e chi - attraverso forme organizzative costituzionalmente tutelate dall’articolo 45 della Costituzione - effettua interconnessione tra domanda e offerta.
- Non riconosce adeguatamente alle Regioni e ai Comuni il ruolo che spetta loro in virtù dell’articolo 117 della Costituzione, anzi sembra volerne limitare le competenze.
- Non individua un percorso di confronto e condivisione con la Conferenza Unificata prevedendo la formula “sentita la..” e non “previa intesa con..”.
- Non si pone la giusta attenzione al livello professionale degli addetti. Vengono indicati solo generici standard qualitativi più elevati, trascurando sicurezza, qualità e trasparenza, propri del servizio pubblico.
- Non pone reali obiettivi ci carattere ambientale in linea con il processo di transizione ecologica, individuando risorse che si potrebbero ottenere riaggiornando la legge 12/2019 sulla base di principi che facciano riferimento all’utilizzo dei veicoli a basso impatto ambientale, individuando servizi innovativi che abbiano l’obiettivo di ridurre i costi per l’utenza e con il fine di ridurre il carico inquinante, ottimizzando l’uso dei veicoli attraverso la condivisione e l’integrazione dei percorsi.
- Non pone limiti alla libera iniziativa privata trascurando la responsabilità sociale che l’eccesso di intermediazione sminuisce a scapito del mero profitto.
- Non istituisce il Registro Elettronico Nazionale (REN) e le relative targhe professionali.
- Infine la riforma appare più utile a risolvere un problema locale e territorialmente circoscritto, a discapito invece di esempi virtuosi che in tutto il territorio nazionale hanno consentito uno sviluppo ordinato e proficuo per l’utenza.
“Quello che la categoria andrà a dire al Viceministro Bellanova, lunedì, in sede di convocazione – conclude Paolo Brandellero, Presidente di Confartigianato Trasporti Verona – è che crediamo che con queste premesse ancora una volta si rischi di perdere l’occasione per una riforma virtuosa del settore, rispondendo solo a logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, che attualmente viene offerto senza costi per la collettività. Nei prossimi giorni torneremo inoltre a rivolgerci anche alla Regione del Veneto, che si è cercato più volte di coinvolgere in questi mesi, con l’auspicio che possa aiutarci a far comprendere la nostra preoccupazione”.