Caso Citrobacter, l'inferno di una famiglia veronese e la perizia degli esperti: "Nostra figlia poteva essere qui"
Famiglie distrutte per colpa del batterio killer Citrobacter. Parole, quelle di una mamma, che fanno percepire il dolore immenso della perdita...
Tra il 2018 e il 2020 (poco prima dell'innesco della pandemia Covid19), un'estesa infezione da Citrobacter ha letteralmente travolto il punto nascite di Borgo Trento. 96 i bambini colpiti, 4 quelli deceduti. Gli altri, purtroppo, hanno riportato danni irreversibili. Tra questi alcuni non potranno mai più camminare.
Caso Citrobacter, l'inferno di una famiglia veronese: "Nostra figlia poteva essere qui"
Una vicenda che fa male, anche a distanza di anni, soprattutto quando sono i genitori dei piccoli morti a parlare. Il racconto lascia percepire tutto il dolore di aver perso il proprio figlio quando, carte alla mano, quei decessi, forse si sarebbero potuti evitare.
E' quanto emergerebbe, infatti, dalla maxi perizia chiusa proprio in questi giorni, un faldone da quasi 400 pagine, in cui si evidenzierebbero le responsabilità della diffusione del batterio killer. Responsabilità di certo non imputabili ai genitori, questo è chiaro. E questo non fa che rinnovare il dolore e la rabbia dei genitori. Perché i loro figli, ora, sarebbero potuti essere qui.
La piccola Alice, per esempio, è deceduta due anni fa. La mamma, ovviamente non si dà pace. Soprattutto ora che la perizia degli esperti nominati dal Pm, attesissima, ha confermato che, con le dovute accortezze i contagi non si sarebbero verificati. E si sarebbe evitato il decesso della bimba. Ora si attendono i prossimi passi in Tribunale, anche se la Giustizia, in certi casi, non basta. Al momento gli indagati sono sette, medici e manager dell'azienda ospedaliera di Verona. Le accuse a vario titolo: omicidio colposo, e lesioni colpose gravi.
Cos'è il Citrobacter (fonte Iss)
Al genere Citrobacter appartengono batteri che si possono trovare ovunque nell'ambiente (ubiquitari), incluse le acque, e negli alimenti. Sono, inoltre, un normale componente della flora batterica intestinale. Possono causare infezioni in persone deboli (patogeni opportunisti) quali neonati (in particolare quelli prematuri), anziani e individui immunocompromessi. In questi soggetti possono causare infezioni del tratto urinario, delle vie respiratorie, delle ferite, delle ossa (osteomielite), del peritoneo, dell'endocardio, meningite e sepsi. Le tre specie principali che causano infezioni gravi nell'uomo sono C. freundii, C. koseri e C. braakii.
La maggior parte di queste infezioni sono acquisite in ospedale (infezioni nosocomiali), tuttavia, data la diffusione del batterio, ci si può infettare anche al di fuori dell'ospedale. Le più frequenti modalità di trasmissione sono: attraverso l'ingestione di alimenti contaminati, da madre al figlio durante il parto, contatto diretto da persona a persona, contatto con superfici o oggetti contaminati.
In ambito ospedaliero la trasmissione può avvenire anche tramite:
- contatto con gli operatori sanitari, soprattutto attraverso le mani se non correttamente lavate e disinfettate
- contatto indiretto mediante oggetti o superfici contaminati (sia strumenti diagnostici che oggetti e superfici comuni)
Sintomi
I disturbi causati dalle infezioni da Citrobacter sono strettamente legati all'organo colpito:
- arrossamento, gonfiore, dolore localizzato e pus, nelle infezioni cutanee e in quelle profonde come l'osteomielite
- febbre elevata, difficoltà respiratoria, tosse, espettorato, debolezza (astenia) e decadimento delle condizioni generali, nelle polmoniti
- difficoltà a urinare, stimolo frequente (pollachiuria), urgenza a urinare, dolore mentre si urina (stranguria), dolore nella regione pelvica e lombare, sangue nell'urina (ematuria), urina purulenta, febbre, nelle infezioni urinarie
- febbre superiore a 38°C, senso di malessere generale, dolori muscolari, brividi e confusione, nelle sepsi
- abbassamento della pressione sanguigna, in caso di aggravamento della sepsi e shock settico
- meningite neonatale causata da C. koseri, forma particolarmente grave, generalmente associata ad encefalite necrotizzante e ascessi cerebrali