Bimbo morso da una vipera salvato dal centro antiveleni di Verona
Cosa fare in un caso simile? Ecco i consigli degli esperti...
Ci sono dalle 4 alle 6 ore di tempo. Poi si rischia di morire. E' lo scenario perggiore, certo, dopo il morso di una vipera, ma occorre sempre avere un quadro complessivo quando si ha a che fare con episodi di questo tipo. I segnali di un morso di serpente sono piuttosto chiari. Si vedono due buchi sulla carne, distanti uno dall'altro circa otto millimetri. E poi la parte finita tra le fauci dell'animale si gonfia. Anche in modo molto evidente. A quel punto si deve intervenire subito senza perdere secondi preziosi. In copertina foto dal web
Bimbo morso da una vipera salvato dal centro antiveleni di Verona
E' quanto avvenuto, per fortuna con un lieto fine, a Cles in provincia di Trento a un bimbo di sei anni. Il piccolo ha infilato la mano in un cespuglio per cogliere un fiorellino da donare alla sua amata mamma. Ma ha subito percepito come una sorta di bruciore molto forte. I genitori si sono avvicinati e hanno visto il serpente strisciare via. La chiamata ai soccorsi è stata immediata, così come immediato è stato il trasferimento al centro antiveleni di Borgo Trento, un centro di eccellenza, uno dei dieci più rinomati a livello nazionale.
Lì i medici hanno somministrato al bambino una dose di frammenti anticorpali antivipera e il risultato ottenuto è stato, fortunatamente, positivo. Il bimbo ha reagito bene, insomma, ma il piccolo è rimasto in osservazione. Sì, perché questi anticorpi possono dare reazioni. Secondo quanto si è potuto rilevare si è trattato del primo morso di stagione, un po' in anticipo rispetto a quanto solitamente si verifica. E questo non è un bene. C'è la preoccupazione, infatti, che sia l'indicatore di una stagione molto sensibile su questo tema e ciò comporterebbe la necessità di rifornirsi di molte dosi di siero.
Ma cosa di deve fare in questi casi oltre a chiamare i soccorritori? Sicuramente si deve spostare il meno possibile la persona morsa perché i movimenti aiutano la diffusione del veleno. La ferita, poi, non deve essere lavata con alcol o prodotti a base alcolica. Non va nemmeno applicato il laccio emostatico. La somministrazione del siero va effettuata in un centro apposito, in ambiente ospedaliero, perché, come detto, c'è il rischio di uno shock anafilattico. I sintomi principali sono variabili ma generalmente si manifesta il gonfiore dell'area interessata, accompagnato da nausea, vomito e diarrea.