"Suo figlio è in carcere per un incidente, serve denaro per liberarlo"
Era questa la strategia messa in atto da una banda di truffatori originari di Napoli. Le vittime erano tutte donne anziane
Facevano leva sul sentimento di smarrimento che colpisce un soggetto, specie se anziano e solo, quando viene colto da una tragica notizia che riguarda un congiunto.
"Suo figlio è in carcere per un incidente, serve denaro per liberarlo"
Con questo stratagemma, facendosi passare per appartenenti alle forze dell’ordine o per avvocato, due giovani di origine napoletana, uno dei quali già recidivo, raggiravano le anziane vittime inducendole a consegnare, dopo un primo contatto telefonico durante il quale utilizzavano come pressione psicologica l’impellente necessità di liberare il familiare trattenuto a seguito di un grave incidente stradale con dolorose conseguenze, tutti i lori averi consistenti in denaro contante o oggetti in oro a titolo di presunta “cauzione”.
Sono stati i Carabinieri dei Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Verona, con la collaborazione di quelli del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli, a porre fine alla loro azione arrestandoli a Napoli lo scorso 03 maggio 2023 a seguito di una complessa e prolungata attività investigativa conclusasi con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trento su richiesta della locale Procura che accoglieva le risultanze degli inquirente.
L’indagine avviata nel mese di luglio 2022, coordinata nelle fasi iniziali dalla Procura della Repubblica di Verona e poi passata per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Trento, ha messo in luce l’esistenza di un sodalizio strutturato, con tanto di “centralinista” responsabile dei contatti telefonici con gli anziani e di “galoppini” dedicati al raggiungimento dell’obiettivo ed al ritiro del denaro, dei quali i due arrestati erano partecipi avendo portato a termine, nell’arco pochi giorni, numerose truffe nelle province di Verona, Parma, Mantova, Pavia e Trento in danno di donne anziane tutte ultraottantenni, selezionate per lo stato di fragilità ovvero in abitazione autonoma e senza la presenza di terzi.
L’attività illecita, per come eseguita “a tappeto” sul territorio, come rilevato dal Giudice, fruttava l’equivalente di circa 12 mila euro in contanti ed oggetti in oro. I due sono stati rinchiusi nel carcere di Napoli in attesa dell’interrogatorio e dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere e truffa aggravata continuata.