Kraftwerk, incanto e magia in 3D
Il quartetto tedesco, considerato uno dei "padri" della musica elettronica moderna, nato all'inizio degli anni '70, ha riproposto i suoi più grandi successi, riveduti e corretti in versione anni 2000
Il quartetto tedesco, considerato uno dei "padri" della musica elettronica moderna, nato all'inizio degli anni '70, ha riproposto i suoi più grandi successi, riveduti e corretti in versione anni 2000
Grande successo di pubblico lunedì scorso, 25 luglio, all'Arena di Verona per l'unica data italiana del tour 2016 dei Kraftwerk.
Il quartetto tedesco, considerato uno dei "padri" della musica elettronica moderna, nato all'inizio degli anni '70, ha riproposto i suoi più grandi successi (tra gli altri "The Man Machine", "Trans Europe Express", "Autobahn", "Radio Activity", anche questi soprattutto di quel periodo), riveduti e corretti in versione anni 2000.
La particolarità dello spettacolo, assolutamente diverso dal classico cliché live, sta nelle immagini 3D, mentre i 4 musicisti sono rimasti per tutto il tempo davanti ai loro sintetizzatori.
Solo per l'esecuzione del loro pezzo forse più famoso - The Robot - Ralf Hutter e soci si sono staccati dalle loro strumentazioni elettroniche, salvo poi riappropriarsene subito dopo. All'ingresso, ad ogni spettatore sono stati forniti degli occhialini 3D, che hanno permesso di gustare al meglio le immagini digitali che hanno accompagnato tutti i brani suonati in due ore filate di concerto.
Interessante il fatto che tra il pubblico fossero presenti molti giovani oltre, ovviamente, a parecchi cinquantenni ed ultra cinquantenni che hanno vissuto musicalmente il periodo d'oro del gruppo tedesco e che per una sera sono tornati indietro di 30-40 anni, a dimostrazione che certa musica è davvero senza tempo.
Servizio di Marco Cremasco