Il punto della situazione

Vertenza trakcare, lunedì il primo incontro in Prefettura

Le considerazioni di Antonio de Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona e Simone Mazza, responsabile sanità Fp Cgil Verona

Vertenza trakcare, lunedì il primo incontro in Prefettura
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Lunedì 28 agosto alle ore 11.00 Cgil e Fials esperiranno il primo tentativo di conciliazione con la Prefettura di Verona per la questione della mancata migrazione dei sistemi informatici dell’azienda ospedaliera integrata Aoui di Verona al nuovo sistema Trakcare (SIO) che tanti problemi continua a causare al personale sanitario che lavora a Borgo Trento e Borgo Roma. Il giorno dopo, martedì 29, saranno invece ricevute altre tre organizzazioni sindacali che, su pressione di lavoratori e lavoratrici, nel frattempo si sono unite allo stato di agitazione aperto da Cgil e Fials.

Vertenza trakcare, lunedì il primo incontro in Prefettura

“Come Cgil riteniamo che a fronte dei tanti problemi che affliggono la sanità veronese e veneta, uno sciopero sarebbe da evitare, ma per farlo servono risposte chiare e impegni precisi sulla fine della sperimentazione del nuovo sistema informatico Trakcare SIO, i cui tempi di migrazione si stanno divaricando a dismisura rischiando di determinare il più grande fallimento della sanità veneta degli ultimi decenni” commentano Antonio de Pasquale, segretario generale Fp Cgil Verona e Simone Mazza, responsabile sanità Fp Cgil Verona.

“Basti dire che l’applicazione di questo sistema costa alla Regione Veneto ben 122 milioni di euro più Iva, una cifra abnorme per un risultato finora fallimentare. Non è pensabile infatti che a distanza di più di due mesi dalla introduzione del SIO, la cui migrazione avrebbe dovuto occupare al massimo due settimane, il lavoro dei sanitari, che in molte situazioni sono già sotto organico, continui ad essere ostacolato o ritardato dai malfunzionamenti di un sistema che invece di semplificare il lavoro lo complica al limite della impraticabilità. Non è accettabile che in una terapia intensiva, dove si prendono decisioni di vitale importanza per la salute del paziente, persistano difficoltà ad acquisire i dati in tempo reale”.

“Ci sarebbe molto da discutere anche su come NON sia stato preparato a dovere tale passaggio – aggiungono i sindacalisti –. Soltanto pochi anni fa, nel 2018, la Regione Veneto, in controtendenza rispetto al resto del mondo civilizzato, ha declassato da unità complesse ad unità semplici tutte le unità operative informatiche in tutte le aziende sanitarie del Veneto, un modo poco gentile per dire al personale dell’area informatica: ‘Di voi non ho bisogno’. Ha falcidiato e mortificato l’intero settore salvo poi ravvedersi, tornare sui suoi passi all’inizio del 2023 ripristinando le unità complesse”.

“Come Cgil vorremmo anche sapere chi dovrebbe ora rispondere di tutti questi disservizi che al momento risultano insuperabili” si avviano a concludere. “Vogliamo sapere chi ha deciso che il Sio andava sperimentato su una delle più grandi e complesse aziende ospedaliere del Veneto, da 6.000 dipendenti, anziché in un piccolo ospedale di provincia dove è meno complicato monitorare e tener sotto controllo tutte le complesse dinamiche e le conseguenze degli inevitabili e necessari adattamenti. E’ stato il Direttore generale? L’assessore alla Sanità? Il Presidente della Regione? Chi porta una responsabilità è tempo che si faccia avanti e che pronunci parole chiare per chiudere questa vergognosa vicenda”.

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