L'INTERVISTA. "Eroi? No, siamo solo volontari"

«Sos volontari Valeggio» da 30 anni è una realtà di solidarietà, aiuto e professionalità. 85 tra uomini e donne che dai 18 ai 70 anni compongono questo esercito armato di solidarietà, imbracciano la sofferenza o la difficoltà di perfetti sconosciuti

L'INTERVISTA. "Eroi? No, siamo solo volontari"
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«Sos volontari Valeggio» da 30 anni è una realtà di solidarietà, aiuto e professionalità. 85 tra uomini e donne che dai 18 ai 70 anni compongono questo esercito armato di solidarietà, imbracciano la sofferenza o la difficoltà di perfetti sconosciuti

Hanno un lavoro o gli studi da portare avanti, hanno famiglie con mariti, mogli e figli, hanno fidanzati o fidanzate. Insomma hanno impegni quotidiani, come tutti i comuni mortali hanno poco tempo per sé ma sono capaci di trovarlo e moltiplicarlo per aiutare gli altri.

«Sos volontari Valeggio» da 30 anni è una realtà di solidarietà, aiuto e professionalità. Via San Carlo Borromeo: qui c’è la loro seconda casa, entriamo una sera come tante ad inizio del turno, a piano terra la cucina, sulla tavola una pizza e un calzone, attorno 6 degli 85 tra uomini e donne che dai 18 ai 70 anni compongono questo esercito armato di solidarietà, imbracciano la sofferenza o la difficoltà di perfetti sconosciuti, e la abbracciano.

«Non siamo eroi siamo solo a disposizione della gente, della comunità»: a parlare è il neo presidente, veterano dell’associazione con i suoi 21 anni di servizio Thomas Zilio. Quattro ambulanze e un’automedica, 4 dipendenti, un servizio h24 dal venerdì alle 20 alle 6 del lunedì con la presenza di infermieri nel ruolo di capo equipaggio, infermieri presenti anche gli altri giorni della settimana dalle 8 alle 18, mentre dalle 20 alle 24 per 365 giorni l’anno 4 volontari sono presenti anche la sera dalle 20 alle 24.

Numeri che contabilizzano, ma che non spiegano che cosa porta a diventare volontario, spendendo il proprio tempo senza alcuna remunerazione. «Non lo so»: è disarmante la risposta del presidente Zilio, 45 anni, sposato con Elena e padre di due bimbi di 9 e 13 anni, e aggiunge: «Mi gratificano i piccoli gesti, come quando arrivano in associazione le torte da parte delle persone che abbiamo aiutato, questo per me basta e avanza». «Solamente lo stare vicino a una persona in difficoltà, esserle d’aiuto è per me un compenso, un grande guadagno».

Aiutare gli altri dà molta più gioia che pensare a se stessi. In contatto diretto con il 118, arrivano nei luoghi dove c’è bisogno, dove spesso l’emergenza ad esempio è quella di un incidente stradale, è un momento delicato. Essere a contatto con emergenze sanitarie, avere campo libero, potrebbe far cedere ad un delirio di onnipotenza? Thomas Zilio non nasconde questa insidia: «Può capitare, l’attenzione che poniamo su questo aspetto è altissima».

Osservando i volontari, balza agli occhi la soddisfazione nell’indossare quella divisa arancione fluorescente, ma anche l’impegno, non un peso nel loro quotidiano ma un valore aggiunto. Incalzo il presidente chiedendo se questo clima da mulino bianco è reale: «Siamo in effetti una grande famiglia e come accade nelle case ci sono vedute diverse ma questo non è un problema - dice, e senza il timore di apparire retorico con orgoglio aggiunge - qui c’è fratellanza tra di noi, ci si aiuta e si aiutano gli altri, anche quando togli la divisa lo spirito del volontario ti rimane addosso». Dagli incidenti stradali al trasporto delle persone in ospedale, ai malori, questi 85 tra uomini e donne arancioni sono una risorsa umana e di professionalità per il territorio. 

Servizio di Elisa Rosignoli

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