Una doppia ferita

Condannato il camionista che ha travolto e ucciso Stefano Perinoni, ma la famiglia della vittima lo scopre mesi dopo (per caso)

L’imputato ha ottenuto di patteggiare la pena in fase di indagini preliminari, i familiari della vittima non sono stati informati

Condannato il camionista che ha travolto e ucciso Stefano Perinoni, ma la famiglia della vittima lo scopre mesi dopo (per caso)
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L'incidente, il tragico incidente che ha letteralmente scosso la comunità di Vigasio, si era consumata l'11 maggio del 2022. Un uomo, Stefano Perinoni, 60 anni, alla guida di una Honda 600 era stato travolto da un camion.

Condannato il camionista che ha travolto e ucciso Stefano Perinoni

Lo scontro, violentissimo e frontale, non gli aveva lasciato scampo, e l'intervento dei soccorritori del Suem, nonostante l'utilizzo dell'elicottero per accorciare i tempi, non erano serviti. Il motociclista era morto sul colpo. Da quel momento, complici anche i rilevamenti delle Forze dell'ordine sul posto, lo ricordiamo, Nogarole Rocca, avevano innescato un procedimento nei confronti dell'altra persona coinvolta, L.M.G., 42 anni, il conducente del camion che ha provocato il tragico incidente costato la vita a Perinoni.


Il luogo in cui si è consumata la tragedia


Ma la famiglia della vittima lo scopre mesi dopo (per caso)

Al 42enne di origini rumene ma residente a Oppeano, sono state attribuite "gravi ed esclusive responsabilità", per una mancata precedenza. L'imputato ha però chiesto e ottenuto di patteggiare la pena in fase di indagini preliminari. In sostanza è stato condannato a un anno e dieci mesi, peccato che i famigliari della vittima non l'abbiano saputo, o meglio, non siano stati informati. Loro si attendevano altro, una richiesta di rinvio a giudizio, per esempio, la fissazione dell'udienza preliminare, come ricostruiscono i legali dei famigliari della vittima, lo studio 3A-Valore, e invece nulla di tutto questo.

La ricostruzione dell'incidente e le responsabilità del camionista

La tragedia si era consumata lungo la Provinciale 3, in quel tratto via Vittorio Veneto, all’altezza del civico 80. Come risultato inequivocabilmente dal verbale della Polizia Stradale di Bardolino, che ha effettuato i rilievi, e dall’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero della Procura di Verona, dott.ssa Silvia Facciotti, che ha anche affidato una consulenza tecnica cinematica per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità dell’incidente all’ingegner Luigi Cipriani, M. L. G., per citare gli atti:

“per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché per colpa specifica consistita nell’inosservanza del Codice della Strada, giunto in prossimità dell’accesso all’impresa Real Service Noleggi” per la quale lavorava, e proprietaria del mezzo pesante, un Iveco Magirus, “eseguendo una manovra di svolta a sinistra per accedervi collideva con la moto Honda Italia condotta da Stefano Perinoni, che stava percorrendo la medesima Sp3 nel senso di marcia opposto, non concedendogli la dovuta precedenza e dunque provocando un violento urto e cagionando la morte del motociclista”.

Il quale, a seguito del violento impatto, è stato scagliato verso destra andando a impattare contro un palo della luce per poi rovinare a terra e riportando un gravissimo trauma cranio-encefalico e toracico che non gli ha lasciato scampo.

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