Troppo "cementificati", rischi idrogeologici in aumento
Il Veneto è al primo posto in Italia con il valore percentuale più elevato per consumo di suolo. E tutto questo non fa bene al commercio, tanto meno al turismo
Il Veneto è al primo posto in Italia con il valore percentuale più elevato per consumo di suolo. E tutto questo non fa bene al commercio, tanto meno al turismo
Non sembra essere più una novità, ma ora sono i numeri a dare conferma. Veneto da record per consumo di suolo: lo dice l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione Ambientale che nei giorni scorsi ha diffuso i dati sul consumo di suolo in Italia. Gli fa eco il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon: “Lo andiamo dicendo da quasi un ventennio, lanciando l’allarme ai primi segnali che già parlavano di un pulluare di capannoni destinati, secondo le nostre previsioni, a fagocitare il commercio e la vita dei centri urbani per poi cannibalizzarsi”.
Secondo lo studio dell’Ispra, il Veneto è al primo posto in Italia, assieme alla Lombardia, con il valore percentuale più elevato (10%) per consumo di suolo e fra i territori con il più elevato rischio idrogeologico.
“La cementificazione non fa bene al commercio, tanto meno al turismo. Ma soprattutto non fa bene alla vita sociale, alla sicurezza, alla nostra identità - aggiunge Zanon – Eppure si continua a costruire, si continuano a concedere aree e cambi d’uso. È vista che prima o poi (sta già accadendo) le periferie precipiteranno nel degrado con i loro inutili capannoni vuoti. Nel frattempo i centri urbani si sono svuotati. Per recuperarli, abbiamo avviato una serie di progetti chiedendo che venga data la precedenza al riuso dell’esistente piuttosto che alla costruzione di nuovi ‘mostri’”.
“Le nostre città – conclude Zanon - hanno bisogno di grandi progetti, di visioni lungimiranti, per tornare ad essere attrattive per i cittadini, per i consumatori, per i visitatori, per i lavoratori e per gli investitori e gli imprenditori. Le periferie di plastica dei centri commerciali che hanno sostituito i campi sono ormai sature”.