Occupano un edificio dismesso per dare un letto a lavoratori precari stranieri
Da oltre due anni il Laboratorio Autogestito Paratod@s ha dato un posto per dormire a una 40ina di lavoratori. Ma ora è arrivata la denuncia e la proprietà ha chiesto lo sgombero immediato
Da due anni è stato rifugio per stranieri senza casa. Ma ora la proprietà dello stabile occupato abusivamente ha chiesto che gli spazi siano liberati nel minor tempo possibile. Ora il laboratorio autogestito paratod@s dovrà affrontare una denuncia. Ecco cosa hanno dichiarato i diretti interessati...
Ordine di sgombero per il Ghibellin Fuggiasco
Una casa. Un tetto sotto al quale dormire, trovare riparo nelle giornate difficili, un pasto caldo quando fa freddo e uno spazio per creare relazioni, per imparare una lingua. Quello che ha rappresentato per oltre due anni, per una 40ina di stranieri, lavoratori precari impiegati in diverse attività del territorio veronese, in linea di massima può essere definito sinteticamente in questi termini.
Abbiamo usato un verbo al passato perché da oggi le cose cambieranno di certo. Sono stati gli stessi militanti del laboratorio autogestito paratod@s a comunicare la notizia dell'arrivo, nelle scorse ore, di una denuncia da parte della proprietà con conseguente ordine di sgombero immediato degli spazi occupati abusivamente al Ghibellin Fuggiasco di Verona, in corso Venezia 51, divenuto, come detto, una casa per persone che non riescono a sostenere affitti "normali".
La lettera del "collettivo"
I referenti del "collettivo" hanno spiegato nello specifico la situazione in cui si sono venuti a creare, senza fare sconti sulla narrazione, non risparmiando nemmeno qualche stoccata diretta alle istituzioni. Riportiamo per intero le dichiarazioni del gruppo, restando ovviamente a disposizione per eventuali chiarimenti, aggiunte o anche smentite da parte delle parti chiamate in causa.
"Ce lo aspettavamo. Siamo stati denunciati per aver tolto al degrado e risistemato uno stabile abbandonato da 30 anni, il Ghibellin Fuggiasco, dove da circa 2 anni vivono oltre 40 persone. 40 ragazzi stranieri che lavorano nel nostro territorio ma a cui nessuno affitta appartamenti e neppure un posto letto per studenti. Posti letto che se sei fortunato li paghi 350 euro al mese. Non solo, la proprietà chiede lo sgombero immediato nel silenzio assordante delle istituzioni. Mentre sono disponibili ogni giorno oltre 20.000 posti letto per turisti, chi lavora a Gardaland vive al Ghibellin Fuggiasco.
Mentre la città di Verona continua ad incrementare i flussi economici generati dal turismo, chi lavora all'aeroporto e scarica le valigie dei turisti vive al Ghibellin Fuggiasco. Mentre gli scaffali dei supermercati sono pieni di prodotti ortofrutticoli, i cui prezzi aumentano giornalmente, chi quei prodotti li raccoglie nei campi, per pochi euro l'ora sotto il sole o l'acqua, vive al Ghibellin Fuggiasco. Mentre le fabbriche metalmeccaniche veronesi continuano a lavorare a ciclo continuo, quei lavoratori vivono al Ghibellin Fuggiasco.
Mentre si continuano ad aprire cantieri edili, chi le case le costruisce vive al Ghibellin Fuggiasco. Mentre il cibo ordinato su internet ti arriva in bicicletta, quei riders vivono al Ghibellin Fuggiasco. Vite, esseri umani, non numeri. Mentre Verona accoglie 17 milioni di turisti, operai e muratori lasciati per strada che non trovano un buco in affitto o nei dormitori, hanno chiesto il nostro aiuto.
Mentre le istituzioni, a fonte di questa situazione che priva del fondamentale diritto alla casa tantissime persone che potrebbero pagare un canone equo, dovrebbero risolvere il problema degli alloggi per studenti, precari, lavoratori, noi lo abbiamo fatto.
Mentre Ater e Agec continuano a tenere sfitti centinaia di alloggi e decine di stabili pubblici e privati vengono lasciati al “degrado”, noi abbiamo indicato nell'autorecupero una possibile soluzione.
Mentre le istituzioni generano guerre tra poveri instillando rabbia e paura, noi rispondiamo con la solidarietà e indichiamo i veri responsabili dell'attuale disastro sociale ed economico. Mentre la guerra toglie risorse al sociale, i servizi sociali si rivolgono a noi per chiedere aiuto. Mentre il carovita mette in difficoltà sempre più famiglie e il cibo viene buttato, noi da oltre 3 anni raccogliamo e distribuiamo cibo a chi è in difficoltà.
Mentre il sistema scolastico non garantisce tutti, noi offriamo gratuitamente la scuola di italiano per tutte e tutti. Il Paratod@s è questo e altro e se l'unica risposta che riceve, sono le denunce, allora abbiamo un problema!
Se siamo “colpevoli” di trovare soluzioni all'inerzia istituzionale, allora abbiamo un problema! Abbiamo un problema grosso come una “casa”. Come la casa che per molti è un sogno o come la “casa di tutti”, ovvero il comune, che questi problemi sarebbe tenuto a risolvere. Sono anni ormai che alle nostre numerose richieste con inutili lettere, incontri e proposte, le istituzioni regolarmente non rispondono, a prescindere da appartenenze e colore politico. Segno della loro impotenza o mancanza di coraggio.
Come sempre sarà la cooperazione sociale dal basso a dover trovare le risposte e metterle in pratica. E' troppo urgente trasformare il presente indecente per avere speranza di un futuro degno. Non dobbiamo avere paura delle nostre azioni.
Risponderemo a questa “giustizia” che la solidarietà non è reato. Todo para tod@s, nada para nosotr@s. Tutto per tutti, niente per noi".