Quanto costa fare la spesa in provincia di Verona: il prezzo medio dei generi alimentari
Grazie all'Osservatorio dei prezzi del Mise è possibile fare un raffronto coi dati del 2022 e stabilire quali prodotti hanno avuto il rincaro maggiore nell'ultimo anno
Una cosa è certa, tra le tante in bilico, sospese, in balia delle fluttuazioni del mercato: dopo la sigla del patto anti inflazione da parte del Governo Meloni insieme alle principali associazioni di categoria della grande distribuzione e del commercio, il prezzo dei principali prodotti alimentari dovrà calare sotto l’azione di un vero e proprio “sconto” fino alla fine di dicembre.
Quanto costa fare la spesa in provincia di Verona
E questo avverrà anche a Verona dove si potrà tirare un sospiro di sollievo riuscendo a risparmiare qualche euro nell’importante capitolo di spesa di una qualsiasi famiglia: la spesa. Si parla, ma i dati dovranno poi essere confermati, di un risparmio tra i 100 e i 150 euro a famiglia… Niente male.
Prezzo medio dei generi alimentari
Però questa è ancora “teoria” e nella pratica al momento le cose sono un po’ diverse. Grazie all’osservatorio prezzi e tariffe del Mise abbiamo voluto dare un’occhiata, fare una panoramica sui prezzi di vendita al commercio dei principali generi alimentari, analizzando, nello specifico, la differenza di valore da un anno all’altro, tra il 2022 e il 2023 in provincia di Verona. E non mancano le sorprese.
Generi alimentari in Italia: come viene calcolato il prezzo medio
Per farsi un'idea più precisa di quanto ammontano i prezzi medi dei generi alimentari in Italia, ma anche più specificatamente nella nostra provincia, sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mise) è possibile consultare il cosiddetto Osservatorio prezzi e tariffe, ossia uno strumento che monitora periodicamente i costi praticati sul territorio italiano per un paniere di beni e servizi di largo consumo che include le voci di spesa più comuni tra le famiglie italiane.
L'Osservatorio Prezzi, per la costruzione di ciascun indice, acquisisce mensilmente circa 8.000 record relativi ai livelli dei prezzi per un paniere di beni e servizi di largo consumo, elaborati dall’Istat sulla base dei dati utilizzati per l’Indagine sui prezzi al consumo. Per stabilire gli indici vengono prese in considerazione una pluralità di fonti tra cui:
- la rilevazione tradizionale (mediante raccolta presso i punti di rilevazione nei Comuni), effettuata dagli Uffici Comunali di Statistica (UCS), che copre un’ampia tipologia di prodotti, tra cui gli alimentari freschi (ortofrutta, prodotti ittici e carne) e i servizi alla persona.
- la rilevazione centralizzata, condotta dall’Istat direttamente o attraverso la collaborazione con grandi fornitori di dati;
- la fonte amministrativa, con particolare riferimento alla base dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sui prezzi dei carburanti per autotrazione;
- gli scanner data per quanto riguarda, essenzialmente, i beni alimentari lavorati e i prodotti per la cura della casa e della persona (cosiddetti “grocery”).
In termini generali, per i dati rilevati dagli Uffici Comunali di Statistica (rilevazione tradizionale) e per quelli derivanti dalla fonte amministrativa viene individuato il prezzo minimo e massimo effettivamente rilevato, mentre il prezzo medio è la media delle quotazioni di prezzo raccolte e validate.
Riguardo alla provincia di Verona, abbiamo quindi voluto verificare i prezzi dei prodotti alimentari sia nel contesto attuale (riferito al mese di agosto 2023), sia in quello di un anno fa (agosto 2022). In questo modo è stato possibile produrre un elenco completo e ordinato di quali sono gli alimenti che hanno avuto un significativo incremento percentuale nel territorio veronese.
Generi alimentari: il costo medio di 50 prodotti nel 2022
Generi alimentari: il costo medio di 50 prodotti nel 2023
Cosa ci aspetta nei prossimi mesi
Sconti, sì, certo, come stabilito dal Governo. Ma occorre comunque cautela. Sì, perché comunque si applicheranno (in maniera pare facoltativa) e su costi che sono decisamente "esplosi" negli ultimi mesi. Basta dare un'occhiata alla classifica stilata dall'Unione nazionale consumatori sui maggiori aumenti registrati nell’ultimo anno.
Svetta l’olio di oliva che costa oggi il 42% in più rispetto ottobre 2022. Seguono lo zucchero (+ 38%) e le patate (+ 26%). Poi si sono il riso (+ 18,4%), gli alimenti per i bimbi (+ 14,4%) e le bibite analcoliche (+ 14%). La verdura è rincarata in media del 13,9%, poco meno i succhi di frutta (+ 13.6%) e i gelati (+ 13,3%). Al decimo posto i vegetali surgelati (+ 11,9%). Si tratta di aumenti almeno doppi rispetto al dato dell’inflazione.