Situazione preoccupante

Incidenti mortali sul lavoro, Verona 14esima in Italia

E' quanto emerge dal report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering a partire dai dati ufficiali INAIL

Incidenti mortali sul lavoro, Verona 14esima in Italia
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E' una graduatoria triste quella realizzata partendo dai dati Inail, a cura dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering. Ma utile. Utile perché serve per comprendere un fenomeno, quello degli incidenti sul lavoro, che ormai rappresenta una piaga in tutta Italia.

E la provincia di Verona non è esclusa: la sua posizione in questa classifica è la 14esima. Ciò significa che, in proporzione ci sono stati 48 infortuni mortali su un milione di occupati. E' un rapporto, perché secondo i dati Istat gli occupati in provincia di Verona sono 415.599. Ma questo dovrebbe bastare per avviare una seria riflessione...

Incidenti mortali sul lavoro

In zona rossa nei primi nove mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 25,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Molise, Umbria, Abruzzo, Puglia e Campania. In zona arancione: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige. In zona gialla: Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Lazio. In zona bianca: Valle D’Aosta e Toscana.

“Mancano tre mesi alla fine dell’anno, ma le incidenze di mortalità e i numeri restano drammatici e preludono ad una chiusura del 2023 sul solito e sconfortante valore di oltre mille infortuni mortali sul lavoro. Una situazione allarmante e grave che pone sotto i riflettori soprattutto le vittime in occasione di lavoro, cresciute rispetto al 2022 del +3,3%. Nessuna flessione, anzi. E questo indica la stabilità del fenomeno e non, purtroppo, un’inversione di tendenza”.

Ad avviare l’esplorazione dell’ultima indagine realizzata dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, è il suo Presidente, Mauro Rossato che continua ad esprimere forte preoccupazione per l’insicurezza sul lavoro in Italia.

E lo studio dei dati da parte dell’Osservatorio mestrino fa emergere le maggiori fragilità della sicurezza nel Paese attraverso le incidenze di mortalità: giovanissimi, anziani e stranieri.

Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, infatti, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (21,8 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 13,7).

Un dato, quest’ultimo che risulta essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (97,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (44,1).

Intanto anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a settembre, sono 113 su 593 (1 su 5). Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere praticamente doppio rispetto agli italiani: gli stranieri, infatti, registrano 47,6 morti ogni milione di occupati, contro i 23,2 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I dati in tutta Italia

Sono 761 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 593 in occasione di lavoro (+3,3% rispetto a settembre 2022) e 168 in itinere (-22,2% rispetto a settembre 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (95). Seguono: Campania (57), Veneto (55), Piemonte (49), Puglia (46), Lazio ed Emilia Romagna (45), Sicilia (38), Toscana (25), Abruzzo (23), Marche e Umbria (17), Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (15), Liguria (14), Trentino Alto Adige (13), Sardegna (12), Basilicata e Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

Nei primi nove mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 92. Ed è seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (79), dalle Attività Manifatturiere (64) e dal Commercio (46).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (212 su un totale di 593).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a settembre 2023 sono 34, mentre 20 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 113, mentre sono 30 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il lunedì e il mercoledì sono i giorni più luttuosi della settimana, ovvero quelli in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi nove mesi dell’anno (19,7%).

Gli infortuni sul lavoro

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 20% rispetto a fine settembre 2022. Erano, infatti, 536.002 a fine settembre 2022. Nel 2023 sono scese a 430.829. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine settembre le denunce erano 69.874, mentre a fine settembre 2023 sono diventate 21.521. Altra conferma, questa, della “quasi” totale “estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi nove mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (54.444). Seguono: Costruzioni (24.555), Trasporto e Magazzinaggio (23.510), Commercio (22.665) e Sanità (21.521).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a settembre 2023 sono state 150.363, quelle dei colleghi uomini 280.466.

Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 32.937 denunce (circa il 7,6% del totale).

I numeri del Veneto

“Mese dopo mese registriamo sconfortati i dati che rappresentato il fenomeno degli infortuni sul lavoro in Veneto: i numeri assoluti delle vittime sul lavoro lo pongono in terza posizione a livello nazionale. Ma è l’incidenza di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa a raccontare realmente l’emergenza e consentire un vero confronto tra le diverse regioni. E con questo tipo di analisi, il Veneto fa rilevare un’incidenza di mortalità inferiore, anche se di pochissimo, alla media italiana (25,6 infortuni mortali ogni milione di occupati contro una media nazionale di 25,7). Un dato che comunque non può essere considerato confortante”.

Questa l’apertura all’esplorazione dell’ultima indagine dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, da parte del suo Presidente Mauro Rossato, che inizia a porre in evidenza le criticità della sicurezza sul lavoro in regione nei primi nove mesi del 2023.

Per individuare le aree più fragili dell’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona gialla, quella in cui è entrato il Veneto a fine agosto 2023, è la zona che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine settembre 2023, il rischio di infortunio mortale in Veneto (25,6 morti per milione di occupati) risulta di poco inferiore alla media nazionale pari a 25,7.

Per quanto riguarda le incidenze nel dettaglio in regione, si scopre che sono Verona, Belluno e Rovigo a trovarsi in zona rossa con un’incidenza rispettivamente di 48,1, 34,3 e 32,3; sono seguite in zona arancione da Treviso (26,4); da Padova (21,8) e Venezia (21,4) in zona gialla e da Vicenza in zona bianca (5,2).

Sono 72 i decessi da gennaio a settembre 2023 (contro i 74 del 2022): 55 quelli rilevati in occasione di lavoro (3 in più dello scorso anno) e 17 quelli in itinere (5 in meno del 2022).

Il più elevato numero di decessi si è verificato in provincia di Verona (22). Seguono: Venezia con 17 decessi, Treviso (12), Padova (10), Vicenza (5), Rovigo e Belluno (3).

Il Veneto, poi, è terzo in Italia sia per numero di vittime totali dopo la Lombardia (122) e la Campania (74) sia per decessi in occasione di lavoro sempre dopo la Lombardia (95) e la Campania (57).

Sono 51.803 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 430.829. Vale a dire – proprio come il mese precedente – oltre il 12% di quelle rilevate in Italia.

Alla fine di settembre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 19,7% rispetto alla fine di settembre del 2022: erano 64.517 e ora sono 51.803. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.

Le Attività Manifatturiere, anche dopo i primi nove mesi del 2023, sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (9.982). Sono seguite da: Costruzioni (2.950), Commercio (2.716), Trasporti e Magazzinaggio (2.464) e Sanità (2.365); settore, quest’ultimo, che a fine settembre del 2022 contava 9.431 denunce.

Ed è sempre la provincia di Verona quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (10.692), seguita da: Vicenza (9.925), Padova (9.792), Treviso (9.027), Venezia (8.788), Belluno (1.869) e Rovigo (1.710).

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