28 anni dalla tragedia dell'Antonov, l'aereo che dopo 55 secondi di volo si schiantò all'aeroporto di Villafranca uccidendo 49 persone
Il velivolo era diretto a Timisoara, in Romania, ma precipitò poco dopo il decollo. Nel 2001 furono condannate 4 persone, ma i familiari delle vittime aspettano ancora giustizia civile
13 dicembre 1995: un Antonov parte dall'aeroporto di Villafranca di Verona per dirigersi a Timisoara, in Romania, ma dopo 55 secondi dal decollo si schianta al suolo uccidendo 49 persone.
28 anni dallo schianto dell'Antonov all'aeroporto di Villafranca
28esimo anniversario del disastro aereo di Villafranca di Verona: il 13 dicembre 1995 un Antonov era in partenza in direzione Timisoara, in Romania, ma dopo appena 55 secondi dal decollo qualcosa è andato storto.
Il velivolo si schiantò al suolo provocando la morte di 49 civili: 41 passeggeri e 8 membri dell'equipaggio.
Le dinamiche dell'incidente
Il volo d'andata, proveniente dall'aeroporto di Timișoara, atterrò a Verona-Villafranca alle ore 18:43, in ritardo di circa 2 ore rispetto al previsto.
In cabina di pilotaggio c'erano il comandante Ivan Dan Mircea e il copilota Ivan Marin, mentre l'equipaggio era completato dalla hostess Corina Chelu, dallo steward Alexandru Socol e dai meccanici Gheorghe Popescu, Viorel Ilie e Anesia Gliga.
L'aereo rullò sul piazzale dello scalo veronese e venne parcheggiato nella piazzola di sosta B6; sbarcati i 44 passeggeri e i bagagli, alle ore 18:50 l'addetta alla rampa prese contatto con il comandante Mircea, consegnandogli il bollettino meteorologico.
Date le avverse condizioni atmosferiche, poiché stava nevicando, l'impiegata chiese al comandante se fosse necessario procedere allo sghiacciamento di fusoliera e ali, ricevendo una risposta negativa.
Un'altra questione riguardò anche i dati sul peso dell'aereo che venne sovraccaricato in partenza: sulle carte, infatti, erano segnati circa 2mila kg in meno rispetto all'effettivo carico a bordo.
Il volo Banat Air 166 si stava, dunque, preparando al decollo, a seguito dell'autorizzazione da parte del controllore arrivata attorno alle 19.33. Le ruote stavano per percorrere la pista 22.
Intanto, mentre le condizioni del meteo peggioravano sempre più, arrivò a bordo l'autorizzazione ATC, che prevedeva subito dopo il decollo una virata a ovest per poi proseguire la rotta a sud.
Pochi minuti dopo, alle 19.54 circa, avvenne la tragedia: l'aereo aveva raggiunto un'altitudine di 200/300 metri dal suolo, quando la cabina di controllo andò in stallo rendendo impossibile ai piloti recuperarne le redini.
Nel giro di 55 secondi il velivolo cadde al suolo a Poiane di Sommacampagna e, carico di 4mila e 800 litri di carburante, prese fuoco al momento dell'impatto.
I soccorsi immediati
Alle 19.56 la torre di Villafranca, rilevando la sparizione del velivolo rumeno dagli schermi radar, tentò di contattarlo per chiedere conferma del decollo, ma la risposta non arrivò mai.
A quel punto si diede l'allarme ai Vigili del Fuoco aeroportuali, i quali (privi di indicazioni precise su dove accorrere) si misero immediatamente alla ricerca del luogo del disastro.
In contemporanea arrivarono tantissime segnalazioni da parte dei cittadini che avevano assistito con i loro occhi all'incidente aereo: tra questi, una donna e un contadino.
Attorno alle 20.09 i mezzi antincendio raggiunsero il luogo del disastro, provvedendo a spegnere le fiamme; due minuti dopo arrivarono anche le autoambulanze.
Nel giro di mezz'ora fu evidente che tra i rottami dell'Antonov non c'era alcun superstite...
Quali furono le cause?
Inizialmente, si pensò tra le primissime cause dello schianto dell'aereo Banat Air 166 ad un guasto meccanico dei motori, ma ben presto subentrarono responsabilità inerenti ad errori umani.
Ricordiamo infatti, che una dipendente aeroportuale fece presente al comandante delle avverse condizioni metereologiche ma quest'ultimo, tuttavia, non eseguì la procedura di sghiacciamento.
In più, uscì in ballo la questione del carico totale a bordo del velivolo, che era di circa 2mila kg in più rispetto a quanto attestato sui documenti ufficiali. L'aereo, infatti, sarebbe dovuto stare sotto i 21mila kg ma alla partenza ne pesava circa 24.
Il disastro aereo poteva, dunque, essere evitato...
Le vittime dell'incidente
Di seguito è riportata la lista delle persone a bordo del volo al momento dell'incidente:
Cittadini italiani
Federico Battistini, 60 anni, di Latisana (UD)
Giovanni Bariani, 49 anni, Ostiano (CR)
Giorgio Bean, 48 anni, Trieste
Giovanni Beltini, 48 anni, Pontevico (BS)
Bruno Bevilacqua, 43 anni, Parma
Paolo Biason, 49 anni, Portogruaro (VE)
Luigi Brandani, 57 anni, Modena
Luca Buttolo, 29 anni, Cividale del Friuli (UD)
Antonio Cagneta, 46 anni, Arcade (TV)
Franco Cammelli, 42 anni, Montebelluna (TV)
Edith Della Libera, 35 anni, Vittorio Veneto (TV)
Ciro Di Giovanni, 35 anni, Napoli
Lorenzo Domenichini, 46 anni, Bologna
Danilo Furlan, 49 anni, Caerano di San Marco (TV)
Guido Galeotti, 44 anni, Treviso
Romano Gazzini, 54 anni, Costermano (VR)
Giancarlo Guarnieri, 59 anni, Sondrio
Charles Jappelli, 48 anni, Bogliasco (GE)
Enzo Marconi, 51 anni, Fano (PS)
Franco Mazzolin, 49 anni, Campodarsego (PD)
Stefania Modesti, 27 anni, Verona
Otildo Morello, 59 anni, Casale di Scodosia (PD)
Franco Mortillaro, 46 anni, Bassano del Grappa (VI)
Ernesto Palazzi, 43 anni, Montecalvo in Foglia (PS)
Ottorino Pandin, 52 anni, Fontaniva (PD)
Giuseppe Piona, 43 anni, Bussolengo (VR)
Alberto Ramera, 44 anni, Chiari (BS)
Giorgio Zago, 47 anni, Padova
Alberto Zuccatti, 39 anni, Lasino (TN)
Cittadini romeni
Aurica Bagnara, 37 anni
Panainte Bogatu, 24 anni
Cristina Monica Cucu, 24 anni
Mircea Dulfu, 43 anni
Gabriela Ghiran, 28 anni
Paula Claudia Indricau, 25 anni
Cittadini serbi
Senjur Ademi, 5 anni
Mohammad Ademi, 27 anni
Igbal Gusani, 29 anni
Zoran Savić, 41 anni
Cittadini olandesi
Gerard van der Heide, 39 anni
Membri dell'equipaggio
Ivan Mircea, comandante, romeno
Ivan Marin, primo ufficiale, romeno
Cornel Vlagea, navigatore, romeno
Corina Chelu, assistente di volo, romena
Alexandru Socol, assistente di volo, romeno
Gheorghe Popescu, meccanico, romeno
Viorel Ilie, meccanico, romeno
Anesia Gliga, meccanico, romena
Le controversie sui risarcimenti ai familiari delle vittime
Un tragico evento, che ha segnato profondamente la città di Verona, ma dopo 28 anni dall'accaduto la questione non è stata ancora chiusa.
Sul fronte penale, nel 2001 furono condannate in Cassazione quattro persone: l’allora direttore dell’aeroporto scaligero Francesco Canfanelli, il controllore del traffico aereo Renato Rossato, il direttore della società di servizi dello scalo Antonio Realdi e l'addetto al centraggio Davide Albieri.
Tuttavia, per i familiari delle vittime le procedure di risarcimento non si sono concluse, al contrario sono ancora in attesa dell'esito della giustizia civile.
Nonostante le sentenze, le parti civili non hanno ancora avuto tutto quello che spetta loro, anzi, a fronte di un indennizzo tra i 50 e i 60 milioni di euro, gli enti che dovevano effettuare i versamenti hanno temporeggiato.
Infatti, le cifre concordate non sono mai state risarcite del tutto alle famiglie dei deceduti. Addirittura, in sede di appello i giudici hanno detto che le cifre corrisposte dal ministero dei Trasporti erano troppo alte.
Questo perché, dato che i passeggeri hanno percepito una condizione di alto pericolo soltanto per pochissimi secondi, l'importo da risarcire doveva essere "limato".
I parenti hanno, dunque, ricevuto l'ordine di restituire 20 dei 50mila euro ricevuti. Per fortuna la Cassazione ha annullato quella sentenza lo scorso 2022; adesso la cifra da stabilire sarà raggiunta probabilmente nel 2024, alla vigilia del trentennale del disastro aereo, dove sarà valutato anche il danno erariale.
Le dichiarazioni del Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime
In occasione del 28esimo anniversario dalla tragedia di Villafranca abbiamo ascoltato le parole di Francesco Zerbinati, Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime del disastro aereo del 13 dicembre 1995.
Un incidente che si poteva evitare se solo si fossero fatte due rampe di scale - dice Zerbinati - All'epoca il sistema di consegna della documentazione necessaria per far volare qualsiasi aeromobile era carente, i fascicoli contenenti informazioni indispensabili il decollo venivano mandati anche dopo la partenza di un aereo. Proprio nei documenti dell'Antonov 166 c'era scritto che il peso del velivolo era maggiore rispetto alla norma, in più non erano state effettuate le operazioni di sghiacciamento necessarie soprattutto durante una bufera di neve.
Dopo la tragedia del 13 dicembre del '95 - prosegue il Presidente - c'è stato un passaggio di responsabilità all'interno degli aeroporti italiani: due anni dopo è nato l'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile), che è subentrato come responsabile in casi di incidenti aerei, e sono state stilate regole molto più rigide e dettagliate in materia di documentazione di volo.
Per quanto riguarda la questione del risarcimento a noi, familiari delle vittime, sarebbe potuto intervenire lo Stato - sottolinea Zerbinati - iniziando ad anticipare la cifra di indennizzo per poi accordarsi in seguito con il Ministero dei Trasporti. Purtroppo, ci sono ancora resistenze da parte di quest'ultimo, che ha addirittura riformulato la quantificazione del danno aereo perché le vittime hanno avuto solo 55 secondi per rendersi conti di essere arrivati alla fine: per ogni deceduto il risarcimento di 50mila euro è sceso a 20mila. La cassazione ha, quindi, rimandato la Corte d'Appello di Venezia a nuovo giudizio lo scorso anno: adesso attendiamo la nuova decisione entro gennaio 2024.