sicurezza all'università

Molestie e sessismo in Università: per superare la paura di denunciare, a Verona un questionario a tutti gli studenti

Il progetto europeo avrà la durata di tre anni e mira a far emergere quelle situazioni che spesso si tengono celate per la paura di denunciare

Molestie e sessismo in Università: per superare la paura di denunciare, a Verona un questionario a tutti gli studenti
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Alle volte anche nei luoghi più inaspettati come in un’università, ragazze di tutto il mondo non si sentono al sicuro. Per contrastare un fenomeno così dilagante come quello delle molestie sessuali tra le aule universitarie, che anche in questi giorni ha visto la città di Torino nel mirino della protesta, l’Università di Verona ha aderito al progetto europeo triennale Uni4Equity.

Dare voce all'inemerso

L’ateneo veronese è l’unico in Italia che ha deciso di prendere parte all’iniziativa, chiamando tutta la comunità universitaria, a partire dagli studenti e studentesse, ai collaboratori e docenti, a compilare un questionario sulle molestie sessuali sul luogo accademico di lavoro e studio.

I dati raccolti saranno fondamentali per delineare la situazione attuale a Verona e da cui far partire azioni strutturate di prevenzione. L’operato andrà ad aggiungersi ai risultati del Comitato unico di garanzia e la Commissione per l’osservazione del codice etico, già impegnati nella causa.

L'Università di Verona spiega che:

“Il questionario non è legato agli ultimi fatti di cronaca di Torino di cui poi ci hanno chiesto conto a livello territoriale, ma è un progetto europeo di nome Uni4Equity, di cui in Italia è l’unica università presente che ha come prima fase il questionario in cui si chiede a tutti gli utenti Univr: “Ti è mai capitato di subire molestie in luogo universitario? Da chi?”; ovviamente tutto in anonimato. Il questionario vuole indagare il fenomeno per capire realmente cosa accade. Noi abbiamo un ente che se ne occupa, ma capita che chi vuole denunciare non necessariamente lo fa perché magari non se la sente. Il questionario durerà fino alla fine della prima settimana di marzo, con accesso riservato agli interni per avere un’analisi pura. Il progetto ha una durata triennale e a questo seguiranno altri lavori; in realtà è in essere dall’anno scorso per questo non è necessariamente legato ai fatti di cronaca. Il questionario è fatto in favore degli studenti.

Noi provvederemo a raccogliere i dati, poi quando saranno disponibili sarà fatto qualcosa. Non sono stati rilevati casi analoghi a Torino per il momento a Verona, in quanto il questionario si presta a strumento preventivo di indagine volto a raccogliere dati per monitorare la situazione dentro alle aule universitarie e negli spazi di lavoro, affinché la comunità universitaria sappia che esistono degli strumenti di lotta e prevenzione, e che un gruppo di ricercatori a vari livelli se ne occuperà. Siamo però in una fase iniziale. È un tema che per noi donne è un bene che emerga e non è scontato. Il questionario è fatto per far riemergere l’inemerso. Da un lato, si fa sempre fatica a riconoscere la molestia dal complimento: le donne di domani capiranno che non è una battuta, ma qualcosa di inaccettabile.”

L’iniziativa ha un’estensione a livello europeo, infatti è coordinata dall’università di Alicante. Per quanto riguarda l’ateneo scaligero, il gruppo di lavoro è composto da composto ricercatrici e ricercatori nei vari ambiti scientifico disciplinari e da un Advisory Group interno coordinato da Stefano Porru, docente di Medicina del lavoro di ateneo.

“Uni4Equity - ha spiegato Porru - nasce dalla volontà di identificare e contrastare le molestie negli ambienti universitari attraverso l’adozione di politiche e procedure adeguate. Tra gli strumenti e le strategie da mettere in atto per contrastare questo fenomeno vanno annoverati: la promozione della conoscenza sulle questioni di genere, lo scambio di buone pratiche, la sensibilizzazione, la formazione del personale, il supporto alle vittime e l’implementazione di politiche chiare. Nell’ambito del progetto di ricerca sono, inoltre, previsti una campagna di sensibilizzazione online, laboratori di genere, la revisione dei protocolli universitari sulla questione e la collaborazione con servizi esterni”.

“Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati - ha aggiunto la docente Nicoletta Zerman, delegata del Magnifico Rettore alla Comunicazione e referente per l’Ateneo al Bilancio di genere e al Piano per il bilancio di genere - è necessario un approccio concreto e locale, che integri strategie a diversi livelli di prevenzione e che prenda in considerazione le opinioni dell’intera comunità universitaria, coinvolgendo le e gli studenti, i docenti e il personale tecnico e amministrativo. Per questo il primo passo concreto è il coinvolgimento di tutte le anime di Univr in un sondaggio finalizzato alla raccolta più ampia possibile di dati e informazioni”.

Segue la testimonianza di una studentessa:

"È successo di non sentirmi a mio agio in ambienti in cui non mi sarei mai aspettata, perché circondata da persone più adulte di me. Siamo sempre portate a non dare peso a certe cose perché influenzate dal dubbio che in realtà la situazione non sia così grave come la si percepisce. Eppure, ci si accorge che l’altra persona cerca un contatto non richiesto o ancora di rimanere spiazzata per via di alcune battute così spudorate che non lasciano la facoltà di rispondere, rimani basita, non hai parole. Per quanto non sia successo nulla di grave, rimango delusa, perché non dovrei essere io quella a prepararmi una risposta che possa controbattere e scoraggiare tale comportamento, ma certi episodi non dovrebbero proprio accadere."

Per compilare il questionario, accedere al seguente link.

Il gruppo di ricerca coordinato da Porru è composto da Angela Carta, docente di Medicina del Lavoro, Lidia Del Piccolo, docente di Psicologia clinica, Antonio Lasalvia, docente di Psichiatria, Michela Nosè, docente di Psichiatria e presidente del CUG, Comitato unico di garanzia dell’ateneo e Nicoletta Zerman. Il gruppo è completato da un Advisory Group, che include Laura Bergamin, studentessa di Medicina e Chirurgia, Lorenzo Bernini, docente di Filosofia Politica e Direttore del Centro di ricerca Politesse, Politiche e Teorie della Sessualità, Daniela Brunelli, coordinatrice del Sistema bibliotecario, Alessandra Cordiano, docente di Diritto privato, Roberto Leone, docente di Farmacologia e presidente del Comitato Etico per la sperimentazione clinica.

Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata al progetto Uni4Equity.

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