Guardia di Finanza

Vendite fittizie in altri paesi UE per evadere l'IVA, arrestati imprenditore veronese e direttore commerciale

Dalle indagini è emerso che le due società avevano emesso oltre 172 milioni di euro in fatture inesistenti, evadendo l'IVA per oltre 31 milioni di euro

Vendite fittizie in altri paesi UE per evadere l'IVA, arrestati imprenditore veronese e direttore commerciale
Pubblicato:

Recentemente, su richiesta della Procura Europea, i finanzieri del Comando Provinciale di Verona hanno posto agli arresti domiciliari un rappresentante legale e un direttore commerciale di due società, dopo aver creato un sistema di evasione fiscale basato su vendite fittizie ad altri Stati UE (in copertina: immagine di repertorio).

Frode fiscale in quel di Verona

A seguito di alcune indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, i militari della Guardia di Finanza hanno scoperto un articolato sistema di evasione dell'IVA da parte di due società veronesi, operanti nel settore della vendita all'ingrosso e al dettaglio di prodotti per la detergenza.

Secondo quanto riportato, tale meccanismo si basava su vendite fittizie dirette ad altri Stati dell'Unione Europea, per poi di fatto vendere nel mercato italiano senza applicazione dell'IVA, andando a commerciare con prezzi altamente concorrenziali, a discapito degli altri imprenditori del settore.

Ad essere nel mirino dei finanzieri sono il rappresentante legale e il direttore commerciale delle due aziende, ritenuti responsabili per la creazione di questo meccanismo fraudolento.

Come aggiravano il sistema?

Secondo quanto raccolto, le due società si ponevano come fornitori di un gruppo di imprese residenti all'estero, che a loro volta cedevano a "clienti" che svolgevano il ruolo di ulteriori conduit estere ovvero a società inesistenti ("cartiere") situate in Italia.

Tale condizione ha permesso alle due società di evitare l'esborso finanziario dell'IVA, applicando indebitamente la normativa sulle cessioni intracomunitarie. A questo, si aggiungono delle "società filtro", a cui veniva consegnata la merce per la distribuzione. Queste ultime, apparentemente in regola, riuscivano a offrire i prodotti a prezzi fuori mercato.

Smascherati

Tramite pedinamenti e l'utilizzo di sistemi GPS, i militari sono riusciti a monitorare il trasporto delle merci che, di fatto, non hanno mai attraversato il confine. La dislocazione in vari Stati delle società interessate ha reso necessario l'ampliamento delle indagini, andando a collaborare con le Autorità estere, in particolare tramite operazioni di cross border investigations in Slovenia, Bulgaria, Croazia e Ungheria.

Ciò ha permesso, in seguito, di ricostruire la gigantesca frode carosello, effettuata per mezzo di 16 soggetti giuridici (italiani ed europei, aventi ruoli di conduit company e missing trader) che hanno emesso, tra il 2017 e il 2022, oltre 172 milioni di euro in fatture inesistenti. Da queste ricevute, le due società veronesi erano riucite a evadere l'IVA per 31.372.333,00 di euro, generando un ingente plafond IVA da utilizzare sugli acquisti nazionali, nel settore dei prodotti per la casa e la cura della persona.

L'arresto

Data la gravità del fatto, i due soggetti sono stati posti agli arresti domiciliari. In aggiunta, il G.I.P. del Tribunale di Verona, su richiesta ddella Procura Europea (EPPO) di Venezia, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per 8,8 milioni di euro.

La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile, vigendo la presunzione di innocenza prevista dall’art. 27 della Costituzione.

Seguici sui nostri canali