Nel quartiere Veronetta

A Verona spuntano adesivi di protesta: "Tourist go home - stop Airbnb"

Le preoccupazioni riguardano la qualità della vita dei residenti e l’impatto sugli ecosistemi urbani, spesso impreparati a gestire un alto volume di visitatori

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Negli ultimi giorni Verona è stata protagonista di una protesta contro il fenomeno del turismo di massa: per le vie della città, su lampioni, portoni e mura, sono stati affissi adesivi di denuncia.

A Verona spuntano adesivi di protesta: "Tourists go home"

Nella notte tra il 13 e il 14 agosto 2024 sono comparsi stikers gialli con un chiaro avvertimento: “Tourist Go Home”, ovvero “Turista vai a casa”, accompagnato dalla frase dialettale veronese “semo alle asse”, e “Stop Airbnb” nelle strade del quartiere Veronetta, a Verona.

Al centro dell’adesivo, un simbolo di divieto sovrasta una macchina fotografica. Prese di mira decine di locazioni turistiche: Gli adesivi sono infatti comparsi su cartelli, insegne stradali e piloni ma anche su campanelli e portoni di numerosi alloggi adibiti ad affitti brevi.

Un chiaro segnale di protesta al turismo di massa

Un episodio che si inserisce in un più ampio contesto di opposizione al turismo di massa, molto simile a quello di Barcellona dove si denuncia il rischio di distruzione di luoghi per l’eccessivo interesse turistico.

Le preoccupazioni riguardano la qualità della vita dei residenti e l’impatto sugli ecosistemi urbani, spesso impreparati a gestire un alto volume di visitatori.

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La denuncia del presidente dell'associazione Locatori

L’associazione Locatori turistici del Veneto sta valutando se sporgere denuncia contro ignoti. E' proprio il presidente Edoardo Nestori a denunciare il fenomeno:

"Decine e decine di locazioni turistiche regolari - spiega Nestori - che seguono tutte le stringenti norme in vigore , e che pagano regolarmente le tasse , imbrattate nella notte da questi adesivi.

Un gesto vile e vandalico che fa capire a che livello è arrivata la campagna d’odio contro un’attività che crea indotto a tutta la città di Verona e a tutte le città del Veneto. Anche i nostri ospiti che stamane si sono svegliati e si sono trovati attaccati alla porta del loro appartamento in locazione questi adesivi ci hanno chiesto spiegazioni rimanendoci ovviamente male e avvertendo un clima sicuramente non di accoglienza nella nostra città."

Un episodio simile nel Veneziano

Dalla Spagna erano arrivati idealmente anche fino a Venezia, lo scorso luglio 2024, i getti delle pistole ad acqua che i residenti di Barcellona hanno rivolto ai visitatori della città per manifestare contro il sovraffollamento.

Per "risolvere il problema dei turisti" il consigliere comunale di Venezia, Giovanni Andrea Martini aveva lanciato la provocazione di seguire l'esempio degli spagnoli:

"Il motivo della protesta è ben conosciuto nel capoluogo veneto e riguarda il caro-affitti che il turismo e le affittanze turistiche hanno determinato.

"Che ne dite? Ci armiamo di pistole ad acqua?".

La provocazione aveva scatenato la reazione immediata delle associazioni di categoria e amministratori di maggioranza contro l'idea proposta per liquidare il sovraffollamento.

"L'idea di un gesto così violento, come in altre parti del mondo, non farebbe bene alla nostra città e non ci aiuterebbe a distinguere il turismo di qualità da quello che non lo è" ha dichiarato alla Tgr Veneto Simone Venturini, assessore al Turismo Comune di Venezia.

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