Citrobacter a Verona: prosciolti i 7 medici e dirigenti indagati per la morte di una neonata, lo sdegno delle mamme
Nella mattinata di giovedì 5 dicembre 2024 la decisione del giudice per l'udienza preliminare, Livia Magri, che ha prosciolto tutti e sette gli imputati
Il giudice per l'udienza preliminare Livia Magri ha prosciolto, giovedì 5 dicembre 2024, i sette indagati per il caso Citrobacter, a vario titolo chiamati a rispondere di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravi e gravissime, responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. La vicenda risale al 2020, quando il batterio ha ucciso una bambina e ne ha resa disabile un'altra, entrambe infettate durante il ricovero nella Terapia Intensiva neonatale dell'Ospedale della Donna e del Bambino di Verona.
Citrobacter a Verona: prosciolti i 7 medici e dirigenti
Non ci sarà processo per le infezioni da citrobacter nel reparto maternità di Borgo Trento. Questa la decisione presa nella mattinata di ieri dal giudice per l'udienza preliminare, Livia Magri, che ha prosciolto tutti e sette gli imputati.
Il batterio contagiò tra il 2018 e il 2020 cento nati prematuri, causando la morte di quattro e danni permanenti a sei. La super perizia su cui aveva fatto leva la procura restringeva le responsabilità solo a partire però dal 2020, per i casi della morte di una bambina e i danni irreversibili a una seconda.
Le accuse erano omicidio colposo e lesioni colpose in ambito sanitario: ne rispondevano Francesco Cobello, ex dg dell’azienda ospedaliera, Paol Biban, ex primario del reparti neonatale, e poi altri medici e dirigenti: Giuliana Lo Cascio, Chiara Bovo, Giovanna Ghirlanda, Stefano Tardivo e Evelina Tacconelli. Per tutti sentenza di non luogo a procedere. Le motivazioni arriveranno tra circa 30 giorni.
“Una vicenda umanamente terribile e che però giuridicamente ha avuto l'esito sotto il profilo penale unico che avrebbe dovuto avere - ha sostenuto l'avvocato Stefano Putinati.
La lotta di mamme e famiglie
Il contagio del batterio che aveva sollevato polemiche portato a Verona commissari della Regione e ispettori del ministero era stato sottolineato da Francesca Frezza, mamma di una bambina poi deceduta. La figlia però non rientrava nel perimetro delle contestazioni che i quattro super periti di cui si è avvalsa la procura avevano ristretto a due casi: Benedetta rimasta con danni irreversibili e Alice, purtroppo morta.
In udienza c'era la madre Elisa Bettini.
“Delusione, tantissima. Immaginavo sarebbe andata così perché è sempre combattere contro qualcosa di tanto grosso, però non era così che doveva andare”.
Elisa Bettini
Francesca Frezza, mamma della piccola Nina portata via dal Citrobacter proprio all'ospedale veronese, ha voluto esprimere il proprio sdegno per la situazione in un post su Facebook.
"Nina, Leonardo, Alice , Leonardo, Benedetta , Jacopo, Davide, Maria, Fares , Barbara , Elisabeth e molti altri…
Vi chiedo scusa per questo mondo, vi chiedo scusa per questa giustizia inesistente , vi chiedo scusa per questo dolore
Vi assicuro che abbiamo lottato, abbiamo urlato , sofferto e sperato fino alla fine che la vostra morte e la vostra sofferenza potesse avere un senso, potesse essere un monito perché non succedesse mai più.
Oggi siete morti per la seconda volta e noi famiglie con voi …
La giustizia!"