Fermato per un controllo stradale, un 40enne di origini calabresi ha mostrato la foto sul cellulare di una patente che però si è rivelata essere del fratello che, per fisionomia, gli somiglia molto. Dagli accertamenti dei militari, è però emerso che l’automobilista in questione fosse sprovvisto di patente e per questo motivo è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Si mette alla guida ma non ha la patente, poi si spaccia per suo fratello
Nella serata di venerdì 6 dicembre 2024, un equipaggio della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Verona, in via Torricelli, ha fermato e sottoposto a controllo una Ford il cui conducente ha insospettito i militari. Alla richiesta di dichiarare le proprie generalità e esibire la propria patente di guida, l’automobilista ha mostrato sul proprio smartphone la foto di quella che diceva essere la sua patente (dal 4 dicembre, come noto, non è necessario avere la patente fisicamente con sé in quanto è possibile mostrare alle Forze di polizia anche la “patente digitale” inserita nell’app “IO”).
La scarsa nitidezza della foto ha però insospettito i militari dell’Arma che, dopo controlli incrociati tra la banca dati della Motorizzazione e la piattaforma web del Comune di Verona, hanno appurato che in realtà la patente a loro mostrata in foto non era quella della persona fermata, ma di suo fratello, di poco più grande e a lui somigliante.
Dagli accertamenti poi condotti in caserma, dove il 40enne fermato è stato foto-segnalato, è emerso che non aveva mai conseguito la patente, peraltro soggetto già noto alle Forze dell’ordine. L’auto da lui guidata (intestata alla moglie convivente), è stata sottoposta a fermo amministrativo per tre mesi ed è stata, poi, recuperata dal fratello dell’arrestato.
Il 40enne, dichiarato in stato di arresto, su direttiva del P.M. della Procura della Repubblica di Verona è stato posto al regime degli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.
Nella mattinata di sabato 7 dicembre 2024, su disposizione della predetta Autorità Giudiziaria, è stato condotto innanzi il Giudice del Tribunale di Verona il quale ha convalidato l’arresto, applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Verona col divieto di allontanarsi dalla propria abitazione dalle 20,30 alle 6,30 del giorno successivo, infine rinviato l’udienza a febbraio 2025.
Si rappresenta, infine, che la misura è stata adottata d’iniziativa da parte del Comando procedente e che, per il principio della presunzione d’innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta alle indagini in relazione alle attività in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.