Malattia di Joker, per la prima volta a Verona curato un paziente di 21 anni con gli ultrasuoni
Per la prima volta in Europa, un paziente affetto da epilessia gelastica è stato curato senza intervento chirurgico invasivo
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Un'importante svolta nella neuroradiologia ha permesso, per la prima volta in Europa, di curare un paziente affetto da epilessia gelastica senza intervento chirurgico invasivo.
Per la prima volta a Verona curato un paziente di 21 anni con gli ultrasuoni
Federico Orlandi, un giovane veronese di 21 anni, soffriva fin dall'infanzia di crisi di riso incontrollabili, soprattutto in situazioni di tensione, accompagnate da vuoti di memoria. Grazie a un trattamento innovativo eseguito all'Unità Operativa di Neuroradiologia di Verona, oggi è completamente guarito e ha potuto riprendere una vita normale, ottenendo anche la patente di guida.
L'intervento, realizzato a Verona, ha avuto un esito straordinario: Federico ha recuperato la memoria, migliorato il sonno e ripreso le normali attività quotidiane. Dopo un follow-up di 18 mesi, i medici hanno confermato l'assenza totale di crisi epilettiche, permettendogli di riprendere il lavoro e ottenere la patente di guida, un obiettivo impossibile con la malattia attiva.
Cos'è la "malattia del Joker"
L'epilessia gelastica, conosciuta anche come "riso sardonico" o "malattia del Joker" (dal celebre villain dei fumetti di Batman), è causata da amartomi ipotalamici, malformazioni cerebrali che generano crisi epilettiche resistenti ai farmaci. Queste lesioni attivano in modo anomalo alcune aree del cervello, influenzando la coscienza e l'interazione con l'ambiente. Fino ad oggi, l'unica opzione terapeutica era la chirurgia invasiva, con rischi elevati e tempi di recupero lunghi.
Un trattamento all'avanguardia a Verona: MRgFUS
Il team di specialisti veronesi ha adottato una soluzione innovativa: il trattamento MRgFUS (Magnetic Resonance-guided Focused Ultrasound). Questa tecnologia utilizza ultrasuoni ad alta precisione, guidati dalla Risonanza Magnetica, per distruggere selettivamente le cellule responsabili delle crisi epilettiche, senza bisogno di incisioni o interventi chirurgici tradizionali. Questo approccio mininvasivo ha permesso di evitare cicatrici e ridurre significativamente i tempi di recupero.
Un lavoro di squadra di eccellenza a Verona
Il successo di questo intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra diverse unità specialistiche dell'Ospedale di Verona.
"La collaborazione tra specialisti e l'impiego di tecnologie innovative ci permettono di raggiungere risultati eccezionali, confermando la vocazione del nostro ospedale alla multidisciplinarietà", ha dichiarato la direttrice sanitaria Matilde Carlucci.
Alla conferenza stampa erano presenti i principali responsabili del progetto: il direttore generale Callisto Marco Bravi, la direttrice sanitaria Matilde Carlucci, il dott. Giuseppe Kenneth Ricciardi e il dott. Benedetto Petralia della Neuroradiologia, il dott. Bruno Bonetti della Neurologia, il dott. Tiziano Zanoni neurologo, il prof. Francesco Sala della Neurochirurgia e il dott. Antonio Nicolato, esperto di stereotassi.
Una nuova speranza per la cura dell'epilessia
Il trattamento MRgFUS, già utilizzato per il Parkinson e il tremore essenziale, apre nuove prospettive per la cura delle epilessie resistenti ai farmaci. Questo caso pionieristico, realizzato a Verona, potrebbe segnare l'inizio di un futuro in cui le terapie mininvasive diventino una valida alternativa alla chirurgia tradizionale, offrendo a molti pazienti una qualità di vita nettamente migliorata.
I complimenti di Zaia
Anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha voluto esprimere le proprie felicitazioni per il successo dell’intervento compiuto dal reparto di Neuroradiologia dell’AOUI di Verona:
"Nell’augurare al ragazzo un futuro sereno e ricco di soddisfazioni – ha evidenziato Zaia - voglio congratularmi con tutto lo staff medico e in particolare con i dottori Giuseppe Kenneth Ricciardi, Benedetto Petralia, Bruno Bonetti, Tiziano Zanoni, Francesco Sala, Antonio Nicolato per il successo del trattamento MRgFUS, con il quale sono riusciti a guarire il giovane veronese, che da quando aveva due anni soffriva di questo disturbo. Un ringraziamento doveroso va rivolto anche al direttore generale Callisto Marco Bravi, alla guida dell’Azienda Ospedaliera universitaria di Verona".