Maxi-operazione contro un’associazione mafiosa: sequestri e arresti anche a Verona
Le indagini hanno permesso di smascherare una rete di oltre 30 società, sia in Italia che all’estero, coinvolte nell’emissione di fatture false

Un’importante operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un’associazione per delinquere di stampo mafioso, dedita alla commissione di reati fiscali. Tra le province coinvolte anche Verona, insieme a Brescia, Torino, Reggio Emilia, Modena, Cremona, Milano, Monza-Brianza, Mantova, Varese, Catania e Reggio Calabria. Il provvedimento include anche un sequestro di oltre 8,5 milioni di euro, frutto delle attività illecite.
Maxi-operazione contro un’associazione mafiosa
L’indagine, avviata nel 2019 dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, ha ricostruito l’operatività di un sodalizio criminale legato alla ‘ndrangheta, originario della provincia di Reggio Calabria. Questo gruppo avrebbe consolidato il proprio dominio nel Nord Italia, sostituendo un precedente circuito criminale attivo dal 2017, in particolare nel settore delle frodi fiscali legate alle "fatture per operazioni inesistenti".
Le attività investigative, che hanno coinvolto oltre 300 militari e diversi organismi internazionali, si sono estese anche in Spagna e Svizzera.
Il sodalizio criminale avrebbe imposto la propria egemonia attraverso atti intimidatori, come l’ostentazione di armi da fuoco e una simulata rapina da 600.000 euro ai danni di un corriere che trasportava denaro proveniente da operazioni fittizie. Inoltre, avrebbe orchestrato la sottrazione delle credenziali bancarie di conti correnti in Bulgaria, dove venivano dirottati i proventi illeciti.
Le indagini hanno permesso di smascherare una rete di oltre 30 società, sia in Italia che all’estero, coinvolte nell’emissione di fatture false per un valore complessivo di circa 365 milioni di euro, con imprenditori compiacenti concentrati soprattutto tra Brescia e Mantova. Il sistema criminale operava nel commercio delle materie plastiche e sfruttava società cartiere situate in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Svizzera e Croazia.
Numerose perquisizioni sono tuttora in corso, anche sul territorio veronese, con il supporto di unità specializzate e moderne strumentazioni tecnologiche, oltre all’impiego di unità cinofile e forze d’intervento rapido. Le misure cautelari e i sequestri rappresentano un duro colpo alle attività della consorteria mafiosa, ma, fino alla conclusione del processo, vale il principio di presunzione d’innocenza.