L’ombra della sparatoria di Montichiari, avvenuta nel marzo 2024, si estende fino a Verona, dove le indagini hanno portato alla luce legami con una rete criminale attiva in tutto il Nord Italia.
È scattata all’alba di oggi, martedì 7 ottobre 2025, l’operazione che ha portato all’arresto di otto persone, quattro finite in carcere e quattro ai domiciliari, accusate a vario titolo di tentato omicidio, tentata rapina, porto e detenzione illegale di armi e associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Tra loro anche un agente della Polizia Locale.
Come riportato anche da Prima Brescia, che ha seguito da vicino la vicenda, l’operazione ha coinvolto i Carabinieri di Brescia e il Nucleo Investigativo di Desenzano del Garda sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Le indagini
L’ordinanza è stata emessa dal Gip di Brescia su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, dopo mesi di indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Brescia e dalla Compagnia dei Carabinieri di Desenzano del Garda.
L’inchiesta ha preso avvio dalla sera del 1° marzo 2024, quando un imprenditore di Montichiari, titolare di un’azienda che si occupa di smaltimento di materiali ferrosi e metalli, era stato brutalmente aggredito mentre stava chiudendo il cancello della ditta.
Durante l’assalto, uno degli aggressori aveva esploso otto colpi di pistola calibro 9 mm, sei dei quali avevano raggiunto la vittima alle gambe, alle braccia e all’addome. L’uomo, gravemente ferito e in pericolo di vita, era stato trasportato d’urgenza in ospedale e dimesso solo dopo un lungo ricovero.
I nuovi sviluppi
Le indagini hanno permesso di identificare il presunto autore materiale del tentato omicidio che avrebbe agito insieme ad altri complici su mandato di terzi ancora ignoti, probabilmente per un debito economico non saldato.
Gli inquirenti hanno inoltre individuato un pluripregiudicato coinvolto nel caso, trovato in possesso di due pistole, quattro fucili e varie munizioni, e accertato l’esistenza di rapporti tra l’aggressore e un agente della Polizia Locale di Desenzano del Garda.
Quest’ultimo, secondo quanto emerso, sarebbe stato il promotore e l’organizzatore di una rete criminale dedita al traffico di cocaina, in collaborazione con un imprenditore bergamasco, operante principalmente nell’area di Desenzano.
Ma non è tutto: le forze dell’ordine hanno eseguito 23 perquisizioni nei confronti di ulteriori indagati. Parallelamente, la Guardia di Finanza, con il supporto del Servizio Centrale I.C.O., del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Brescia e delle unità cinofile “cash dog”, ha portato avanti altre 19 perquisizioni nelle province di Brescia, Milano, Bergamo, Verona, Mantova, Ferrara e Rovigo.
Le indagini patrimoniali hanno svelato l’esistenza di due gruppi criminali che avrebbero emesso fatture false per oltre 450mila euro.
Un agente come intermediario
Nel dettaglio, l’agente della Polizia Locale avrebbe agito come intermediario per l’imprenditore bergamasco, procurandogli documentazione fiscale fittizia tramite una società cartiera gestita da pregiudicati bresciani del settore edile.
Parallelamente, lo stesso imprenditore avrebbe fondato, con altri quattro complici, un secondo gruppo criminale attivo nel Ferrarese, dedito all’emissione di fatture false per due aziende bresciane, trattenendo come compenso l’importo dell’IVA.
A completare il quadro investigativo, anche il NAS di Brescia ha partecipato alle perquisizioni, individuando tre obiettivi legati alla detenzione, cessione e compravendita di sostanze anabolizzanti.
Un intreccio di violenza, droga e frodi fiscali che ha travolto imprenditori, pregiudicati e persino un agente della polizia locale, ora tutti finiti nel mirino della giustizia.