Sono già 65 solo nel territorio veronese le Amministrazioni comunali che hanno firmato mozioni No Pfas, mentre altri se ne stanno aggiungendo nelle province di Vicenza e Padova: “Basta Pfas” è il motto comune portato avanti con determinazione dal “Comitato mamme anti Pfas” delle quali abbiamo anche noi seguito molte iniziative e che ora sarebbero arrivate addirittura al “Cop 30” la XXX^ Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che da oggi, 10 novembre 2025 al al prossimo 21, organizzata dal Brasile al Parco della città di Belém, si occuperà, inevitabilmente anche di acqua (in copertina, Michela Piccoli, Mamma No Pfas a Belem).
“Il mondo di Irene” e le municipalità veronesi
Proprio sulla spinta dei comitati di cittadini, sono i comuni veronesi a fare la voce grossa per chiedere la completa proibizione dei Pfas.
“Più di due terzi dei Consigli comunali della provincia – informa l’attivista Luisa Aprili – ha approvato la messa al bando dei Pfas e altri a breve faranno lo stesso. Considerato che “la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche è ormai un problema di natura globale ed in Veneto, a partire dal vicentino, passando per il veronese, si è assistito al più grande inquinamento d’Europa da Pfas, le municipalità chiedono l’approvazione, senza altri indugi, di una Legge che metta al bando i Pfas“.
Oltre ai 13 comuni più colpiti – Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Cologna, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo, Terrazzo, Veronella e Zimella – altri hanno approvato la mozione e sarebbero quelli di Verona, Tregnago, San Martino Buon Albergo, Grezzana, San Giovanni Lupatoto, Bussolengo, Zevio, Vigasio, Brenzone, Affi, Caldiero, Castel d’Azzano, Brentino Belluno, Villafranca, Erbè, Valeggio, Sorgà, Malcesine, Mozzecane, Selva di Progno, Torri, San Giovanni Ilarione, Isola Rizza, Lavagno, Cazzano di Tramigna, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Castagnaro, Cerea, Cerro, Villa Bartolomea, Colognola, San Bonifacio, Marano, San Pietro in Cariano, Bovolone, Ronco, Cavaion, Sommacampagna, Mezzane, Trevenzuolo, Salizzole, Fumane, Sanguinetto, Angiari, Roverchiara, Lazise, Isola della Scala, Sona, San Pietro di Morubio, Sant’Anna d’Alfaedo, Bosco Chiesanuova e Illasi.
Soddisfatta quindi la Associazione “Il mondo di Irene” la cui attivista, Luisa Aprili, incaricata dei rapporti con le Amministrazione avrebbe dichiarato di voler allargare il più possibile l’azione, nella speranza che anche l’Amministrazione provinciale aderisca e si creino i presupposti per l’avvio di un’iniziativa di legge popolare.
“Mamme No Pfas” ed il Vicentino
Dalle pagina Facebook, dicevamo, i Comitati di Verona hanno portato apertamente dalla loro già 65 comuni veronesi ai quali, appunto, potrebbero aggiungersi presto, nelle forme che riterranno più opportune anche le Amministrazioni vicentine tra le quali le più coinvolte sono Arzignano, Vicenza, Lonigo, Altavilla Vicentina, e Noventa Vicentina.
L’estensione del fenomeno, infatti, a seconda delle aree geografiche ma l’intero territorio interessato conta non meno di 350.000 residenti e se dallo scandalo sollevato principalmente dall’inquinamento della ex Miteni di Trissino, è scaturito il processo più importante contro l’inquinamento che si fosse registrato in Italia, la falda acquifera contaminata in circa 30 anni di sversamenti, è una delle più vaste d’Europa.
A volte essa comprende intere arre comunali, a volte le lambisce in parte e quindi nel vicentino oltre a quelle citate andrebbero aggiunti altri comuni quali Alonte, Asigliano Veneto, Brendola, Sarego, Orgiano e Pojana Maggiore le cui aree sono considerate in “zona rossa”. Ma toccate dal fenomeno, sono anche Arcugnano, Creazzo, Monteviale, Sossano, Sovizzo, e Trissino e, forse meno interessate, vi sono anche Gambellara, Montecchio Maggiore e Montebello Vicentino.
Tra i Comuni limitrofi di altre province, invece, nel padovano citiamo Montagnana anche se i comuni padovani interessati dal fenomeno, Montagnana già detta, non sono ben identificati come gruppo specifico, ancorché l’inquinamento da Pfas, interessi parte della provincia di Padova circostante il fiume Brenta.
Class Action?
Forese tardi rispetto a tutti quanti si sono costituiti parte civile nel processo conclusosi lo scorso giugno a Vicenza in cui soccombente è risultata proprio l’azienda incolpata dell’inquinamento ed il suo management che – secondo i Giudici – pur consapevole di inquinare ha continuato, incurante a farlo, in “zona rossa” sarebbero comparsi manifesti in cui un grosso studio legale invita i cittadini a partecipare a una causa collettiva di risarcimento danni.
“Zero Pfas Italia” in Brasile
All’attivismo locale degli attivisti No Pfas, sarà data eco internazionale dalle “Mamme no Pfas”, la cui attivista Michela Piccoli, da Lonigo (VI), è volata a Belem, in Brasile alla “Cop 30” quale portavoce della rete “Zero Pfas Italia”.
“Non siamo qui altro che come popolo – dice la Piccoli – e come grande comunità internazionale che chiede attenzione per le proprie istanze”