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Processo maltrattamento mucche a Lazise: sospesa messa alla prova e richieste indagini finanziarie

L'associazione LAV: "Ridicolo il risarcimento proposto dall’imputato, servono pene adeguate per chi maltratta gli animali"

Processo maltrattamento mucche a Lazise: sospesa messa alla prova e richieste indagini finanziarie

Si tratta di una vicenda che inizia nel 2023 con la denuncia di LAV che aveva portato al sequestro e poi alla confisca definitiva di tutti gli animali.

Udienza e decisioni del giudice

Nell’udienza dello scorso venerdì 7 novembre, su richiesta dell’avvocata Margherita Brendolan, il Giudice ha sospeso la richiesta di Messa alla prova (MAP) dell’imputato e ha disposto indagini finanziarie, vista la proposta di risarcimento che l’associazione ritiene ridicola. LAV si è costituita parte civile nel processo penale, che prosegue contro l’allevatore.

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I capi di imputazione a carico dell’uomo riguardano la detenzione dei bovini in condizioni incompatibili con la natura degli animali e produttive di gravi sofferenze (art. 727 codice penale) e il maltrattamento con l’aggravante della morte di alcuni animali (artt. 544-ter c.p.).

La Messa alla prova e la gravità dei reati

La MAP consente all’imputato di uscire dal procedimento penale impegnandosi in lavori di pubblica utilità e azioni risarcitorie.

In questo caso, l’applicazione della MAP avrebbe permesso di “chiudere” il procedimento senza conseguenze sulla fedina penale, qualcosa che stride con la gravità dei reati di maltrattamento di animali, aggravati dalla morte di alcuni esemplari.

Grazie all’intervento di LAV, tutti gli animali, 47 tra mucche e vitelli, sono stati liberati da quella che l’associazione definisce una vera e propria prigione mortale.

Ma la stessa sofferenza la vivono altri milioni di mucche e vitelli in Italia, vittime di un sistema di sfruttamento che vuole sempre gravide le prime per produrre latte destinato al consumo umano, e che deve smaltire i secondi, considerati sottoprodotti dell’industria casearia trattati come scarti

Conclude LAV, ringraziando anche l’avvocata Margherita Brendolan per l’assistenza legale fornita.