È stata archiviata l’indagine sull’incidente dell’autobus della linea 93, avvenuto il 15 agosto 2024 a Parona, a Verona, nel quale perse la vita Lacramioara Radulescu, 48 anni, badante di origine romena. Secondo la consulenza medica disposta dalla Procura, il conducente potrebbe essere stato colpito da un malore improvviso, probabilmente una crisi epilettica, nei secondi precedenti lo schianto.
Alla luce di questi risultati, il pubblico ministero Alberto Sergi ha chiesto l’archiviazione del caso, poi accolta dal gip Paola Vacca.
La dinamica dell’incidente
Erano le 8.20 di Ferragosto quando l’autobus aveva terminato la sua corsa contro il muro di contenimento di lungadige Attiraglio. L’impatto aveva devastato la parte anteriore del mezzo e la passeggera, seduta dietro l’autista, era rimasta schiacciata, morendo poco dopo per dissanguamento.

L’autista, soccorso dai carabinieri, aveva riferito di aver avuto un improvviso “vuoto di memoria” dopo la fermata precedente e di non ricordare più nulla dell’accaduto.
Le verifiche e la consulenza medica
Gli inquirenti avevano inizialmente valutato anche l’ipotesi di un guasto, scartata dopo le verifiche: il veicolo era stato immatricolato da poco più di un anno e aveva superato la manutenzione appena una settimana prima.
Restavano in piedi le piste della distrazione, del colpo di sonno e del malore.
Come riferito da L’Arena, il consulente tecnico del pm, confrontandosi con la specialista della difesa, la medico legale Giovanna Dal Balzo, ha concluso che l’autista potrebbe essere stato colpito da una “crisi epilettica scatenata da caldo e stress”, che lo avrebbe posto in una condizione di “momentanea incapacità”.
Un quadro che, secondo la Procura, “non consente una previsione di condanna“. Da qui la richiesta — e l’accoglimento — dell’archiviazione del procedimento, con cui si chiude formalmente il fascicolo sulla tragedia di Parona.