Nella giornata di lunedì 17 novembre 2025, è stato aperto il cantiere per la Variante della SS12 che ha l’obiettivo di “salvare” Buttapietra e gli altri Comuni dal traffico.
Aperto il cantiere della Variante della SS12
La Strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero era attesa dai cittadini da circa trent’anni, visto che i Comuni nei pressi della statale erano intasati dal traffico, soprattutto nelle ore post-lavorative.
Di fatto, secondo le stime, l’inaugurazione del nuovo tratto stradale dovrebbe permettere il transito di oltre 10mila mezzi pesanti senza che i centri abitati della bassa veronese ne risentano. Inoltre, sarebbe anche un vantaggio per quanto riguarda lo smog e, ovviamente, la circolazione.
Attualmente, si possono notare delle zone delimitate tra Buttapietra e Isola della Scala ed è dove si analizzerà preventivamente il terreno per capire se possono nascondersi degli ordigni inesplosi o dei possibili resti archeologi.
Il progetto
Il cantiere durerà almeno 4 anni, ma l’obiettivo è di concluderlo prima della fine del 2030. Tuttavia, prima bisogna analizzare il terreno e, se non dovessero esserci problemi, si potranno vedere i mezzi pesanti all’opera già dall’estate prossima.

Lunedì pomeriggio, proprio per l’avvio del progetto, si sono riuniti i sindaci dei Comuni che potrebbero notare maggiormente il miglioramento: Elena Guadagnini, di Castel d’Azzano, e il suo vice, Antonello Panuccio; Sara Moretto di Buttapietra; Luigi Mirando di Isola della Scala; Diego Campedelli, vicesindaco di Vigasio. Inoltre, erano presenti anche il Rappresentante della Provincia, Andrea Girardi, e il vicepremier Matteo Salvini.
Il progetto di Anas e Regione Veneto prevede un collegamento, lungo 15 chilometri circa, tra la Ss12 e la tangenziale sud, in parallelo alla ferrovia.
Nonostante manchi ancora l’approvazione del progetto definitivo e stipulare il contratto con l’azienda, previsti entro 90 giorni, sono già stati effettuati 300 espropri. Come riporta L’Arena, appena si concluderà la fase burocratica, si potrà iniziare con la bonifica dei terreni.
La Variante prevede un costo effettivo di 263 milioni di euro, ma, come ha ricordato De Berti, già dagli anni ’90 se ne parlava ed era un “sogno” da 50 miliardi di lire.