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Pedorzoli primo ospedale in Italia con la “super TAC”: diagnosi rapide in 10 secondi grazie all’intelligenza artificiale

Il macchinario costa 2,5 milioni di euro e permette di avere delle immagini ad alta qualità in poco tempo, anche total body

Pedorzoli primo ospedale in Italia con la “super TAC”: diagnosi rapide in 10 secondi grazie all’intelligenza artificiale

Il Pedorzoli di Peschiera del Garda è uno dei primi ospedali in Europa, e il primo in Italia, ad avere la TC Naetom Alpha.Prime, una “super tac” che grazie all’intelligenza artificiale riesce a individuare possibili patologie e traumi tra i 5 e i 10 secondi.

Pedorzoli primo ospedale in Italia con la “super TAC”

È un macchinario rivoluzionario che, grazie all’IA, permette ai pazienti di sottoporsi a un esame “total body” in pochi secondi. Inoltre, permette di verificare le condizioni mediche delle persone utilizzando un sesto delle radiazioni e solo metà del liquido di contrasto, grazie alla tecnologia a conteggio di fotoni (Photon Counting CT). Di fatto, in questo modo, anche chi soffre di insufficienza renale può essere visitato.

Cta dell’Aorta, foto pubblicata sul sito dell’azienda produttrice: Siemens; (Clicca per navigare)

Ma questo non è l’unico vantaggio, infatti, sostenendo fino a 190 chili, permette anche alle persone che soffrono di obesità di sottoporsi all’esame e, durando così poco, è accettabile anche per i claustrofobici. Per di più, l’intelligenza artificiale è in grado di analizzare l’organismo di una persona anche se vestita o se ha il gesso, separando i vari strati e restituendo un’immagine ad alta definizione.

Come funziona

Il macchinario, prodotto dalla Siemens, costa 2,5 milioni di euro ed è il secondo modello su tutto il continente europeo, la prima si trova in Olanda.

Come ha affermato il primario di Radiologia, Camillo Aliberti, al Corriere del Veneto, è da due mesi che l’ospedale Pedorzoli, privato accreditato, ne è in possesso e fino ad oggi sono stati esaminati 300 pazienti. Infatti, grazie alla velocità dell’esame e alla risoluzione dell’immagine finale, si possono scovare i problemi anche nelle zone più complesse e piccole del nostro organismo, come l’orecchio umano o nell’apparato muscoloscheletrico.

Foto pubblicata sul sito dell’ospedale (Clicca per navigare)

Grazie all’IA, è inoltre possibile diminuire i tempi per l’analisi dei dati, effettuati in automatico dalla macchina, e analizzare le condizioni del paziente da un esame all’altro, come quelli oncologici che sono costretti a farlo ogni 3 mesi. Il macchinario indica anche la posizione in cui va messa la persona per il test, permettendo un controllo più accurato possibile.

Come ha sottolineato Domenico Mantoan, amministratore delegato dell’ospedale, questa macchina tra vent’anni sarà in tutti gli ospedali, ma non potrà mai sostituire i medici perché sono loro che sanno quali dati inserire per aver il risultato migliore da paziente a paziente.

Tuttavia, l’esame non ancora rimborsabile dallo Stato e perciò i pazienti non ricoverati sono costretti a pagarlo, oltre a casi eccezionali che la tecnologia classica non riesce a individuare.