Chiuso il processo

‘Ndrangheta a Verona, la Cassazione conferma: la sentenza “Isola Scaligera” sancisce la presenza delle cosche

Secondo la Corte, l’impianto accusatorio, che descrive una "locale" di ‘ndrangheta radicata nella provincia scaligera, è pienamente valido

‘Ndrangheta a Verona, la Cassazione conferma: la sentenza “Isola Scaligera” sancisce la presenza delle cosche

Con la sentenza pubblicata il 12 novembre 2025, la Corte di Cassazione ha dato il via libera definitivo al riconoscimento dell’associazione mafiosa attiva a Verona, nell’ambito dell’inchiesta nota come Isola Scaligera. Secondo la Corte, l’impianto accusatorio, che descrive una “locale” di ‘ndrangheta radicata nella provincia scaligera, è pienamente valido.

‘Ndrangheta, la sentenza “Isola Scaligera” sancisce la presenza delle cosche

Al centro dell’organizzazione criminale c’è Antonio “Totareddu” Giardino, indicato come capo indiscusso della locale. Per tutti i reati contestati – fatta eccezione per una tentata estorsione – la Cassazione conferma l’aggravante mafiosa. Lo stesso vale per gli altri imputati che avevano presentato ricorso contro la sentenza d’appello.

L’inchiesta Isola Scaligera ha ricostruito i legami tra il gruppo Giardino veronese e le storiche famiglie calabresi Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto (Crotone). In primo grado, 16 dei 23 imputati sono stati condannati per un totale di circa 150 anni di carcere.

Ora sarà la Corte d’Appello di Venezia a riesaminare la pena relativa al reato di tentata estorsione, che la Cassazione ha escluso dalle aggravanti mafiose, ma l’impianto generale della condanna resta confermato.

Non si tratta dell’unico fronte aperto. Un secondo filone dell’inchiesta, chiamato Isola Scaligera 2, è pronto a entrare nel vivo con il dibattimento, e il Comune di Verona si è già costituito parte civile.

Secondo la Direzione Investigativa Antimafia (DIA), la stabilità della presenza mafiosa in Veneto è una realtà consolidata. La sentenza rappresenta un punto di svolta per il territorio scaligero, evidenziando come la criminalità organizzata abbia saputo infiltrarsi non solo nel mercato illegale, ma anche nell’economia legale, tramite false fatturazioni, appalti e società compiacenti.