Collettivo sulla Palestina

Greta Thunberg a Verona: 600 studenti occupano l’aula negata dall’Università

La protesta studentesca per parlare di Palestina sfida il divieto dell’Ateneo: "Dobbiamo farci sentire"

Greta Thunberg a Verona: 600 studenti occupano l’aula negata dall’Università

Venerdì 21 novembre, fra le seicento e le ottocento persone hanno preso parte all’occupazione dell’aula T2 del Polo Zanotto di Verona, negata dall’Università per motivi di par condicio. Al centro dell’incontro, promosso dai collettivi Tamr e Cau, la situazione in Palestina e i diritti negati, con la partecipazione di Greta Thunberg, Maya Issa e Simone Zambrin.

L’incontro negato e la reazione degli studenti

L’Università aveva rifiutato la concessione dell’aula richiamandosi alla legge sulla par condicio (legge 28/2000), motivando la scelta con i contenuti dei post pubblicati sui social dal collettivo organizzatore Tamr e le prossime mobilitazioni previste, fra cui uno sciopero generale il 28 novembre.

La decisione ha suscitato proteste: Matteo, del collettivo universitario autorganizzato, ha commentato che “la rettrice è in una stanzetta distante, come la Meloni, per cui dobbiamo farci sentire”.

“La parcondicio parla del fatto che si faccia propaganda politica, non che si faccia politica. Noi cerchiamo di far sì che le persone abbiano una presa di coscienza, non una presa di posizione

Ha spiegato Emanuele del collettivo Tamr.

Emanuele del collettivo Tamr

Carlo, sempre del Cau, ha chiesto formalmente le dimissioni del Governo. Nonostante il divieto, gli studenti hanno occupato l’aula per ascoltare le testimonianze dei tre attivisti, trasformando l’evento in un caso nazionale e simbolo della libertà di espressione.

Le voci dal palco

Greta Thunberg ha denunciato la situazione in Palestina:

C’è ancora un genocidio e un’oppressione soffocante… un piano di pace fittizio che viola completamente il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

Maya Issa ha sottolineato che:

“Se qualcuno deve eliminare l’antisemitismo, lo deve fare in Occidente. L’Italia e la Germania non possono ripulirsi la coscienza sulla pelle del popolo palestinese“.

Simone Zambrin, veronese e partecipante alla Global Sumud Flotilla, ha invitato a continuare a parlare della questione palestinese e a scioperare come forma di protesta.

L’incontro ha rappresentato un momento di informazione diretta, con ospiti che hanno portato esperienze sul campo e la voce di chi soffre, confermando il ruolo della partecipazione studentesca e della mobilitazione civica.