IN FIN DI VITA

Scappa dalla comunità e viene investita da un Suv la girovaga tedesca che travolse una famigliola in vacanza

E' successo domenica 28 dicembre 2025 a Ronco all'Adige, nella Bassa veronese, dove la 34enne si trovava per scontare la pena di 4 anni e 8 mesi

Scappa dalla comunità e viene investita da un Suv la girovaga tedesca che travolse una famigliola in vacanza

Sembra uno scherzo del destino, qualcuno scomoderebbe il mitologico concetto di Nemesi. Angelica Hutter, la girovaga tedesca che travolse e sterminò una famigliola veneziana in vacanza nel luglio 2023 nel Cadore bellunese, è in fin di vita dopo esser stata investita da un Suv.

Angelica Hutter scappa dalla comunità e viene investita da un Suv

E’ successo domenica 28 dicembre 2025 a Ronco all’Adige, nella Bassa veronese, dove la 34enne si trovava per scontare la pena di 4 anni e 8 mesi in una struttura psichiatrica. La Hutter è scappata dalla comunità scavalcando una recinzione, ma una volta raggiunta la vicina Provinciale “Ronchesana” è stata travolta dalla Volvo 760 condotta da un 77enne veronese.

Il 6 luglio 2023 provocò la strage di Santo Stefano di Cadore, investendo e uccidendo sul colpo Mattia Antoniello, di soli 2 anni, che si trovava nel passeggino, il papà Marco Antoniello di 48 anni e la nonna Maria Grazia Zuin di 65 anni, e risparmiando miracolosamente la mamma Elena Potente, il nonno Lucio Potente e un altro figlio che si trovava su una biciclettina. Tutti di Favaro Veneto, in provincia di Venezia. Le era stata riscontrata la seminfermità mentale (precisamente, capacità d’intendere di volere grandemente scemata ma non totalmente esclusa) al momento del fatto, ma capacità di sostenere il processo per triplice omicidio stradale, e persistente pericolosità sociale per la collettività.

Le vittime

Ora è in terapia intensiva all’ospedale di borgo Trento a Verona. Hutter stava scontando la pena nella struttura Don Girelli di Ronco che le era stata assegnata dal giudice dopo essere stata in carcere alla Giudecca di Venezia fino al marzo del 2024. Le telecamere della comunità l’hanno ripresa mentre scavalca una siepe e scappa: è stata investita poco dopo che erano stati avvertiti i carabinieri.

La ricostruzione dell’incidente e un dubbio che rimane

Un filmato della telecamera di un esercizio pubblico all’ingresso del paese immortalò un’inversione a U della Audi nera una manciata di secondi prima che falciasse mortalmente la famigliola originaria del Veneziano.

Angelika Hutter stava lasciando il paese quel maledetto pomeriggio, quando ha deciso improvvisamente di tornare indietro.

Sembra che quel maledetto pomeriggio la 32enne tedesca sia andata avanti e indietro per via Udine per un quarto d’ora e che prima avesse avuto scatti d’ira, non è chiaro se addirittura una lite stradale con una donna, e abbia scagliato con forza una bottiglia prima di salire nella macchina diventata negli ultimi mesi la sua casa.

La scena dell’incidente

Sono due i filmati che immortalano l’Audi nera della giovane prima dello schianto.

Il primo (ripreso dalle telecamere di un esercizio pubblico) fa riferimento a pochi secondi prima della tragedia:

L’orologio segna le 15.14 e 55 secondi al passaggio della vettura (4 soli secondi dopo si sente il tremendo botto).

Ma c’è un secondo video che immortala l’Audi nera poco prima, alle 15.14 e 29 secondi.

 

A filmare è la telecamera di un altro esercizio pubblico, ma all’inizio del paese: si vede la Hutter che arriva dal centro, sta quasi per lasciare l’abitato, poi però ci ripensa e fa un’inversione a U per tornare indietro.

Meno di 30 secondi dopo la tragedia.

Soli trenta secondi (o giù di lì, ammettendo che i due orologi potessero non essere perfettamente sincronizzati) per coprire i 450 metri dal punto dell’inversione a quello dello schianto:

Perché la Hutter ha deciso di invertire la marcia?

Se ne stava andando da Santo Stefano, ma è tornata indietro finendo dopo poche centinaia di metri per investire la famigliola.

Angelika Hutter

Forse lo ha fatto per sfogare un eccesso d’ira accumulata. Un diverbio stradale qualche minuto prima di investire la famigliola sarebbe stata la molla scatenante, la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo di tensioni, come in un episodio al centro commerciale di Bolzano qualche settimana prima (si era messa a litigare con un commesso con tanta rabbia che i colleghi avevano chiamato la polizia, che poi aveva trovato un martello nel suo zaino e l’aveva denunciata per possesso di oggetti atti a offendere).

Insomma, alla base di questa terribile vicenda potrebbe esserci un’inquietudine esistenziale tale da deformare la realtà e individuare in quella famigliola felice e tranquilla un obiettivo con cui prendersela. Tanto da fare inversione e tornare indietro per investirla.

Anche il fatto che, una volta scesa dall’auto, completamente fuori di sè, la tedesca si sia messa pure a urlare contro i corpi già esanimi di papà e nonna, è un altro tassello pesante come un macigno.

Marco Ponente, zio del bimbo morto investito, aveva dichiarato:

La tedesca dopo l’incidente ha inveito contro i cadaveri a terra“.

Il Procuratore di Belluno Paolo Luca, però aveva dichiarato:

“Non ci sono indizi, la volontarietà resta un’astrazione”.