Ciao Rita, donna speciale votata al prossimo
La signora Miglioranzi se n’è andata a 71 anni. Conosciuta in paese per la sua incessante attività rivolta ai meno fortunati: dai tappi da recuperare al Banco alimentare

La signora Miglioranzi se n’è andata a 71 anni. Conosciuta in paese per la sua incessante attività rivolta ai meno fortunati: dai tappi da recuperare al Banco alimentare
Era un’amante della vita: l’ha vissuta a pieno fino all’ultimo respiro. Le tante persone che hanno voluto bene a Rita Miglioranzi, settantunenne residente nella piccola località di Tripoli a Buttapietra, si sono strette nell’ultimo abbraccio a una donna che ha dedicato la sua vita alla famiglia e all’aiuto degli altri. Il suo animo caparbio e la sua generosità l’hanno sempre contraddistinta in tutti gli aspetti della vita: dal lavoro alla famiglia, dai viaggi al volontariato.
Anche oggi che non c’è più un piccolo frammento di lei è presente in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla è di trascorrere del tempo in sua compagnia. Con grinta, e sempre insieme al marito Guido Biondani, ha affrontato le sfide che la vita le poneva davanti senza mai tirarsi indietro. Oggi, a due settimane dalla sua morte, Rita sarà sicuramente in paradiso ad aiutare con bontà e nobiltà d’animo chi ne ha bisogno. «Generosa, umile, determinata. Sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente pensando a mia mamma. La sua vita è sempre stata rivolta a chi le stava vicino e alle persone bisognose. La sua posizione, nonostante stesse portando avanti grandi progetti, non è mai stata di vanto; inoltre, la sua caparbietà gli ha permesso di raggiungere in ogni situazione gli obiettivi che si prefissava - racconta la figlia Adele - Era un’appassionata di giardinaggio. La sua casa e il suo giardino erano sempre molto curati. Per lei la bellezza stava anche nelle cose semplici e quotidiane. Il suo amore per la natura e gli animali le hanno regalato grandi gioie e soddisfazioni. Nonostante la sua vita impegnata ha messo costantemente davanti a tutto noi fratelli e nostro papà».
Rita e il marito Guido hanno fondato nel 1993, segno della loro vicinanza verso le persone meno fortunate, il «Banco Alimentare del Veneto», un’associazione che recupera le eccedenze nella produzione agro-alimentare e le redistribuisce alle strutture caritatevoli di tutta la regione. Un’altra iniziativa importante in cui erano impegnati entrambi, come sottolinea Adele, era quella della raccolta dei tappi: «Negli ultimi dieci anni si sono dedicati alla raccolta e alla frantumazione dei tappi di plastica e i soldi che ottenevano li consegnavano a delle associazioni di volontariato. Uno dei loro ultimi viaggi è stato proprio a Nairobi, dove hanno visitato una scuola che era stata costruita grazie alle loro donazioni. Questa attività li rendeva felici perché vedevano che gli sforzi avevano iniziato a dare dei frutti concreti. Il loro progetto, inoltre, aveva reso tutti protagonisti: figli, nipoti, parenti e amici erano diventati parte attiva di questo grande circuito solidale dei tappi».
Rita, come ricorda la figlia, era felice quando gli altri erano felici, mentre si arrabbiava quando vedeva mancanza di rispetto nei confronti del prossimo e della natura. La sua perdita ha creato un grande vuoto perché con la sua semplicità e intraprendenza è sempre stata un esempio per molti.