Aveva ragione Stendhal o Flaubert?

I fondatori del Romanzo messi in contrapposizione e analizzati con eleganza e ironia.

Aveva ragione Stendhal o Flaubert?
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 Aveva ragione Stendhal o Flaubert?  I fondatori del Romanzo messi in contrapposizione e analizzati con eleganza e ironia.

Piperino e il romanzo

Al Giardino Giusti di Verona, domenica 3 giugno alle 18.30, per il Festival della Bellezza sarò il noto Alessandro Piperno a scavare nelle radici del Romanzo, mettendo in contrapposizione i suoi due fondatori, Stendhal e Falubert, con l’ironia e l’acume che lo contraddistinguono.

Stendhal e Flaubert

Due giganti a inseguirsi tra le righe di frasi esteticamente impeccabili e di travolgenti avventure dell’animo. L’invenzione dello stile come atto di distinzione; la seduzione di una trama intrecciata da una coscienza indagatrice. La maniacalità per forma, ritmo e melodia; l’ossessione per le inesorabili leggi che regolano i moti del cuore.

Alessandro Piperno

Tra più acuti, ironici e originali critici letterari, editorialista del Corriere della Sera, è autore di romanzi tra i più brillanti della nostra epoca, che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Strega e il Prix du Meilleur livre étranger. Professore di letteratura francese, pubblica i saggi Proust antiebreo e Il demone reazionario – Sulle tracce del Baudelaire di Sartre. Nel 2005, a trentatré anni, l’esordio alla narrativa con il romanzo Con le peggiori intenzioni, caso letterario dell’anno con oltre duecentomila copie vendute in pochi mesi, vincitore del Premio Viareggio e del Premio Campiello opera prima, definito “una nuova comédie humaine, il romanzo borghese politicamente scorretto del nostro tempo”. Nel 2010 pubblica Persecuzione, prima parte del dittico Il fuoco amico dei ricordi; nel 2012 la seconda parte Inseparabili, vincitore del Premio Strega. Del 2013 è la raccolta di saggi Pubblici infortuni, su grandi protagonisti della storia letteraria e la loro consonanza alla nostra vita emotiva. Nel 2016 esce Dove la storia finisce, romanzo in cui torna a dar voce, con consueti humor e stile, “ai silenzi familiari, alle ipocrisie sociali, alle ambizioni ferite”. Nel 2017 pubblica Il manifesto del libero lettore. Otto scrittori di cui non so fare a meno, sui libri come “strumento di piacere” e su grandi romanzieri affrontati “con amore, certo, ma senza alcun ossequio, con il piglio del guastafeste ansioso di svelare i segreti del prestigiatore”.

 

 

 

 

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