Studenti veronesi alla riscoperta delle trincee

Oltre 5mila ragazzi hanno visitato l'ecomuseo della Lessinia insieme agli alpini veronesi

Studenti veronesi alla riscoperta delle trincee
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Studenti veronesi alla riscoperta delle trincee.

Studenti veronesi

L'occasione, alle volte, nasce un po' per caso, come per i ragazzi del quinto anno della scuola Aleardi di Quinto. Gli
studenti avevano partecipato attivamente alle manifestazioni per la celebrazione dell'anniversario del 4 Novembre e
il gruppo alpini di Quinto ha offerto loro l'occasione di conoscere e toccare con mano quel gioiello riportato alla luce nell'agosto del 2014 grazie all'impegno dei volontari della sezione scaligera dell'Associazione Nazionale Alpini.

Ecomuseo della Lessinia

Quell'Ecomuseo delle Trincee della Lessinia recuperato su iniziativa del geometra - rigorosamente alpino - Flavio Melotti. Un «museo a cielo aperto» che in questi quattro anni è stato visitato da oltre cinquemila studenti delle scuole di città e provincia. «Un dialogo che deve incessantemente continuare - commenta il presidente della sezione, Luciano Bertagnoli -. I risultati sono ottimi in fatto sia di ricerche storiche che di partecipazione e anche ora che inevitabilmente i riflettori sul Centenario della Grande Guerra finiranno per spegnersi, noi dobbiamo tenere unito questo filo con i giovani e con le scuole perché i nostri ragazzi devono sapere chi sono e chi sono stati gli alpini».

Il dramma del conflitto

Lì, in Lessinia, non si combatté alcuna battaglia, ma l'impatto del dramma del conflitto è ancora evidente. Un altipiano che supera i 1.800 metri di quota, per un raggio di circa 7 chilometri e un'orlatura di 36, lungo quello che
cento anni fa rappresentava il confine con il «nemico». «L'intervento antropologico ha letteralmente trasformato la
geografia della Lessinia, si pensi anche solo alle strade: una volta esistevano solo due vie che salivano in quota, una
da Bellori verso Lughezzano, Arzeré e Bosco e l'altra da Corso a Erbezzo. Mancava un collegamento orizzontale in
vetta e fu l'esercito a realizzarlo, proprio in occasione della Prima Guerra Mondiale - spiega Melotti -. Ma dagli studi
effettuati abbiamo scoperto che oltre ai 3.500 militari del Quinto Reggimento del Genio Minatori della milizia
territoriale, furono impiegati anche 1.500 civili "militarizzati", la maggior parte dei quali erano donne. E quando
racconto questo ai ragazzi, restano molto impressionati dall'idea che si trattasse di ragazzi poco più grandi di loro».

Ragazzi in trincea

Quegli stessi ragazzi che a vent'anni si sono ritrovati a vivere in una trincea, nella logorante attesa dell'arrivo del
nemico. Un'esperienza che i giovani studenti possono vivere in prima persona, visitando il caposaldo di Malga
Pidocchio, interamente recuperato dalle Penne Nere veronesi che hanno riportato alla luce camminamenti, manufatti, gradini di sparo e cartucciere in parete. Insieme a Melotti, nelle giornate dedicate ai ragazzi, ci sono anche gli alpini del Gruppo Storico VI° Alpini battaglione «Verona» con le divise, il fucile Carcano '91 a canna lunga e le
buffetterie dell'epoca. Una presenza di grande impatto per i giovani studenti e non solo. Perché anche gli insegnanti
rimangono letteralmente «a bocca aperta» di fronte a questo gioiello recuperato.

La sezione Ana di Verona

La sezione dell'Ana di Verona è a disposizione degli istituti scolastici anche per il prossimo anno. Per chi volesse avere un'anteprima, l'appuntamento è per domenica 9 settembre con l'ormai tradizionale «Giornata in Grigio Verde» (in caso di maltempo sarà posticipata alla domenica successiva), con la presenza dei rievocatori per entrambi gli schieramenti, italiano e austriaco. Il 4 settembre, in Gran Guardia, invece, la sezione scaligera sarà presente alla 16° Giornata della Didattica per promuovere le visite all'Ecomuseo della Lessinia e tutte le attività che il Circolo Culturale «Mario Balestrieri» e il Centro Studi Ana Verona mettono a disposizione del personale docente.

Raddoppia l'offerta culturale

E, dal prossimo anno scolastico, la sezione scaligera dell'Ana è pronta a raddoppiare l'offerta. Perché questa settimana sono iniziati i lavori per il recupero della postazione sul versante ad Est, del Valon del Malera e di quella del punto di osservazione del dosso di Gaibana, l'unica postazione da cui furono esplosi colpi di cannone con un calibro da 305mm che raggiunsero gli abitati di Anghebeni e Parrocchia di Vallarsa. «Recupereremo due postazioni di artiglieria - prosegue Melotti - con stazioni di telefonica per i dati di tiro per le batterie di artiglieria. Inoltre, abbiamo scoperto una pietraia che serviva ad alimentare il sistema di 270 "barelle" poste a difesa del fronte su tutto il perimetro. Ne abbiamo recuperata una al dosso di Gaibana: veniva riempita con le pietre e poi eventualmente scaricata addosso al nemico che saliva dalla valle sottostante».

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Studenti veronesi in trincea
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Studenti veronesi in trincea

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