Cannoletta punta sui giovani: «Ma il Comune ci aiuti»
Abbiamo incontrato Mauro, direttore sportivo bluamaranto che ha parlato dei grandi ma anche dei «piccoli» calciatori
Abbiamo incontrato Mauro, direttore sportivo bluamaranto che ha parlato dei grandi ma anche dei «piccoli» calciatori
Mauro Cannoletta, 42 anni con un passato da calciatore in Promozione, è il direttore sportivo del Villafranca Calcio: qui, partito come responsabile del Settore giovanile, ha speso, fino ad oggi, otto anni della sua vita, dedicando gran parte del suo tempo libero a questa società. Arrivato da Lecce nel 1999, si è avvicinato al Villafranca quando suo figlio ha iniziato a giocare a calcio qui: «Avevano poca attrezzatura, materiale usato chissà da quanti ragazzini prima di lui. Ho detto: «Vi do una mano, non possono allenarsi così».
Da Lecce al posto da co-pilota della società di casa: hai dato un’impronta decisa.
Sono una persona che si dà tanto da fare. Chi viene al campo può vedere vede come sono diventate le nostre strutture a distanza di anni. Ho tanti amici che mi aiutano per fortuna, perché sanno quanto tengo a questi ragazzini.
Per fare quello che fai e per farlo come lo fai devi avere tanta passione per questo sport.
E’ proprio così, non c’è altro interesse.
Qual è stato il tuo primo «gesto» alla guida del Settore giovanile.
Iniziai a togliere tutti gli alberi attorno al campo, le siepi che invadevano tutto e, con il Comune, costruimmo un nuovo campetto.
Che oggi è sintetico.
Certo, l’unica possibilità per i ragazzi di allenarsi bene anche in condizioni di tempo avverso. Ne beneficeremo per 20 anni e continueremo a dare qualità al lavoro che facciamo: il Settore giovanile è la nostra base, abbiamo raggiunto un livello importante e non ci fermiamo.
Dopo i ragazzini il salto al co-timone della società.
Eravamo in Serie D, il vice presidente di era dimesso così sono subentrato come direttore sportivo e generale. Chi lo avrebbe mai detto.
Un pallino, quello dei giovani.
Ho portato 11 nostri ragazzi in Prima squadra quest’anno. Il mio sogno è arrivare tra sei o sette anni al 100 per cento. Abbiamo gruppi importanti che stanno venendo su grazie anche al lavoro egregio di Renato Gelio.
Quindi sarà un campionato di «mantenimento».
Sì, salviamoci e poi, se arrivano i play-off, godiamoceli. La Serie D per noi sarebbe troppo diverso, c’è un gradino importante anche a livello tecnico. Ci servono almeno altri due anni, bisogna fortificare il Settore giovanile prima.
Hai gestito la società durante i due mandati di Mario Faccioli come sindaco: come ti sei trovato a dialogare con l’Amministrazione?
Mario è un amico, così come Dall’Oca. E conosco anche tutti gli altri. Ho rotto molto le scatole, ma non ho mai chiesto soldi, sapendo che non ne hanno, bensì di migliorare le strutture: insieme abbiamo rifatto la recinzione del campo principale e del rettangolo di allenamento. Ora hanno messo in preventivo la recinzione della San Giorgio. A livello di contributo economico, come dicevo, mi aspettavo di più.
Ma vi danno 30mila euro all’anno.
Ventotto sono di spese vive: luce, acqua e gas. Ne rimangono 2mila. Gestire 30mila metri di verde, pagare persone che fanno pulizie e manutenzione... ti sembrano ancora tanti? E’ una cifra bassa, ne danno 20mila al tennis dove l’età media è 50 anni e dove ognuno si paga la propria partita. E’ uno sproposito: risparmiare sullo sport non vuol dire amministrare bene, ma non avere in mente cosa lo sport può dare ai nostrigiovani. Non è una spesa, è un investimento.
Accidenti che pettinata, per fortuna che siete amici...
Ti faccio l’esempio di Vigasio: il Comune, oltre a pagare tutte le spese della società, dà 45mila euro di contributi per la gestione di tre campi da calcio. Noi ne abbiamo quattro. E poi un’ultima cosa: un assessore allo Sport deve frequentare questo posto, deve vedere cosa fanno questi ragazzi e dare una mano. A volte ci si sente soli.
Sei bravo ad andare a trovare altri soldi allora.
Abbiamo un presidente molto generoso. Se un’Amministrazione non ha interesse ad investire nello sport, perché dovrebbe farlo un privato? Lui lo fa per passione, perché anche il papà era presidente. Tante persone mi dicono «investiamo nel Villafranca perché ci sei tu, e se vai via non mettiamo più un euro». Ti fa pensare: se gli amministratori non danno un segnale di interesse prima o poi tutto finisce. Noi facciamo un lavoro importante, cresciamo bambini come atleti, che fanno una vita sana, che il venerdì e il sabato vanno a dormire presto perché l’indomani giocano. Dei miei giocatori nessuno è mai stato coinvolto in brutte storie o addirittura in disavventure giudiziarie: noi formiamo bravi ragazzi.
Hai intenzione di continuare ancora a lungo?
Bella domanda. Ho sempre detto che se qualcuno arriva e mi dice «fatti da parte che do continuità al tuo progetto» ci metterei un minuto a passare le consegne. Ho tante passioni, la montagna, la bicicletta, vorrei dedicarmi di più alla mia famiglia.
Tornando al Settore giovanile, che campionati affrontate?
Tutti regionali élite, a parte i Giovanissimi che sono retrocessi nei regionali tradizionali. Come formazioni partiamo dai primi calci, ragazzini del 2011-2012.
Qual è l’emozione più grande vissuta da dirigente bluamaranto?
Certamente la vittoria del campionato di Eccellenza che ci ha portati in Serie D. Avevamo fatto una squadra per vincere e ci siamo riusciti. In realtà mi emoziono ogni giorno venendo qui a vedere allenarsi i ragazzini della scuola calcio.
Quanti tesserati avete?
Quest’anno abbiamo toccato quota 300, mentre come dirigenti siamo davvero pochi: presidente, io, Gelio per il Settore giovanile, due segretarie e qualcun altro che ci dà una mano.
Ma è vero che qui non guadagni nulla?
Sì. Se dovessi darmi un rimborso dovrei toglierlo dalle risorse che investiamo.
Progetti per il 2017?
Il principale era inaugurare il campo in sintetico e ce l’abbiamo fatta: 50mila euro che avrei potuto investire in altro, ma abbiamo scelto di offrire strutture più che una promozione in Serie D che magari sarebbe durata una stagione. Il prossimo passo spero sia quello di fare anche il campo di allenamento in sintetico: lo chiederò al prossimo sindaco.
Chi vince, quindi?
Squadre come Vigasio, Provese e Caldiero hanno detto di voler vincere, sono molto più attrezzate di noi.
Chi è il giocatore su cui punti di più?
Un giovane, cresciuto nel vivaio: Andrew Amhoo, uno che può arrivare in categorie importanti. Poi abbiamo certezze come Avanzi e Bortignon.
Di solito quelli attivi come te poi finiscono in politica. Perché non ti candidi a fare l’assessore allo Sport?
No grazie, preferisco fare quello che faccio qui. Alla politica c’è chi è portato e chi no, io sto meglio al Villafranca Calcio.