Volontari veronesi in aiuto dei migranti sulla rotta balcanica
"In Bosnia la situazione migratoria è sempre più precaria - fanno sapere - Si stima che nel paese ci siano più di diecimila migrant, donne, uomini e bambini in fuga da guerre o miseria".
Venerdì 26 ottobre sono partiti da Verona alcuni volontari dell'associazione "One bridge to Idomeni" per portare aiuti e voce a chi, invano, sta chiedendo di poter entrare in Croazia. In questi giorni, centinaia di migranti bloccati da mesi in Bosnia, e più precisamente a Velika Kladuša, sul confine con la Croazia, sono impegnati in una protesta permanente al grido di “open border”.
"Situazione sempre più precaria"
"In Bosnia la situazione migratoria è sempre più precaria - fanno sapere i volontari - si stima che nel paese ci siano più di diecimila migranti, donne, uomini e bambini in fuga da guerre o miseria, in viaggio da mesi o anni alla ricerca di un futuro possibile".
I progetti di "One bridge to Idomeni"
"I progetti della nostra associazione sono presenti a Bihać e a Velika Kladuša. Qui, insieme a volontari e associazioni
indipendenti come “SOS Kladusa” e “No Name Kitchen”, siamo impegnati in questi giorni di protesta da parte delle centinaia di migranti che chiedono di essere riconosciuti come persone, e con questo di essere accettati e accolti dall’Unione Europea dopo anni di viaggi al limite della sopportabilità umana. Siamo disponibili a raccontare, a Verona o a Velika Kladuša, cosa sta accadendo in questi giorni lungo il confine bosniaco-croato, certi di poter dare, come altri, un punto di vista che difende i muri, ma le persone".
Volontari veronesi in aiuto dei migranti sulla rotta balcanica
L'associazione
“One Bridge to Idomeni” è un’associazione di un gruppo di volontari veronesi nata nella primavera del 2016 dall’intento di creare un ponte verso Idomeni, un piccolo villaggio sul confine greco-macedone dove, a cavallo tra la fine del 2015 e l’inizio 2016 si ritrovarono circa 15.000 migranti che percorrevano la rotta balcanica, bloccati dalle nuove misure europee di chiusura dei confini.
Portare aiuti e raccogliere testimonianze
Il compito che “One Bridge to Idomeni” si è data agisce secondo due direttrici, tra loro inscindibili: portare aiuti lungo la rotta migratoria dei Balcani e raccogliere le testimonianze dei volontari una volta tornati a casa. Per fuggire l’assistenzialismo di un certo aiuto nei contesti d’emergenza, le due azioni si implicano, da un lato, portando aiuti e impegnandosi nel costruire, là sui confini europei, una comunità ed uno stato di diritto valido anche per i migranti che ne sono esclusi, in quanto elementi esterni alle nazioni e alla cittadinanza; dall’altro, riportando in città la testimonianza: chi torna porta i desideri, le parole e le sofferenze di chi è costretto a vivere nei campi. L’azione della testimonianza porta quindi i volontari tornati dalla rotta ad impegnarsi affinché quegli individui che ha conosciuto, possano divenire persone come egli stesso. Per donare: IBAN: IT95S0501812101000012405106 Intestato a: One Bridge to Idomeni