Progetto Nazionale Legnago critica il patrocinio dato all'ANPI
In questi anni la cultura è stata affidata ad associazioni con connotazioni definite.

Progetto Nazionale Legnago critica il patrocinio dato all'ANPI.
La questione del patrocinio nel Comune di Legnago
"Nei mesi scorsi, avevamo sottolineato il fatto che l'amministrazione comunale, nel valutare a chi (in ambito storico e culturale) concedere o meno il patrocinio della città di Legnago, utilizzasse un metro di giudizio diverso a seconda delle "connotazioni politiche" dei soggetti richiedenti", recita il comunicato di Progetto Nazionale, che continua, "In tale circostanza - ci riferivamo in particolare all’incontro “Non c'è ricordo senza conoscenza - foibe ed esodo 1947/2018”- , da noi organizzato presso la sala civica. Precedentemente a tale appuntamento avevamo richiesto il patrocinio al Comune; patrocinio negato con la seguente motivazione da parte del Sindaco: "…in quanto richiesto da associazione con connotazione politica". Circa un mese fa, Progetto Nazionale Legnago, si vedeva negare
nuovamente il patrocinio richiesto in occasione del centenario della vittoria dell’Italia nella Grande Guerra per la presentazione del libro: “DI QUI NON SI PASSA – ALPINI D’ITALIA”, ospite l’autore Federico Goglio. Analogamente alla precedente richiesta, la risposta che ci viene fatta pervenire è la seguente: “… l’Amministrazione Comunale non può concedere il patrocinio della Città di Legnago in quanto richiesto da Associazione con connotazione politica”".
Il patrocinio all'evento promosso dall'ANPI
Il comunicato diramato da Progetto nazionale Legnago prosegue così, "Di tutt’altra considerazione e “sponsorizzazione” beneficiano soggetti le cui “connotazioni politiche” sono talmente esplicite tanto da essere conosciute anche dalle pietre. Ci riferiamo in particolare agli eventi promossi dall’ANPI e dall’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, verso i quali non sembrano esserci problemi di etichetta politica e quindi di patrocinio. Ci riferiamo qui - ultima in ordine di tempo - alla serata in
programma mercoledì 14 novembre, quando si presenterà il libro “E LA PIAZZA DECISE. Schio 7 luglio 1945. L’eccidio”, con l’autore Ugo De Grandis. La conformità ideologica appare evidente, e non stupisce".
La critica alla presentazione del libro di De Grandis
"Quello che ci stupisce, ci interroga, e che vorremmo porre all’attenzione dei legnaghesi è il senso della presentazione del libro di Ugo De Grandis sull’eccidio di Schio, perpetrato nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1945. Quale “lezione di storia” vorrebbe ammanire l’Anpi di Legnago (e la compiacente amministrazione comunale) attraverso il libro “E LA PIAZZA DECISE. Schio 7 luglio 1945. L’eccidio”? Forse un tentativo di giustificare ideologicamente e politicamente l’eccidio ad opera di partigiani comunisti, quelli che per dirla con le parole di Pietro Secchia volevano «fare dell’Italia l’Ungheria del Mediterraneo»? Anche se poi per molti di loro si rivelò Paese più affidabile ed adeguato alla latitanza la Cecoslovacchia. Forse che l’esser ritenuti fascisti, presunti tali o compromessi in qualche modo col fascismo era - e per alcuni ancora oggi è - motivo sufficiente a giustificare omicidi, esecuzioni sommarie e mattanze? Mattanze che trovavano invece spesso la loro “ragione” in invidie
personali, lotta di classe, questioni di interesse, futili motivi, eliminazione di ostacoli all’affermazione della rivoluzione comunista (che riconosceva la Russia sovietica, e non l’Italia, come propria patria). Chissà se per l’Anpi di Legnago (e magari per l’autore del libro) nelle «narrazioni parziali, ad uso di strumentalizzazioni politiche e
di denigrazioni della Resistenza» rientrano anche le affermazioni dell’epoca del Generale americano Dunlop, governatore militare del Veneto, che condannò con parole dure l'eccidio («Sono qui venuto per una incresciosa missione, per un anno e mezzo ho lavorato per il bene dell’Italia, la mia opera e la mia amicizia sono state, io lo so, riconosciute e apprezzate, è mio dovere dirvi che mai prima d’ora il nome dell’Italia è caduto tanto in basso nella mia stima, non è libertà, non è civiltà che delle donne vengano allineate contro un muro e colpite al ventre con raffiche di armi automatiche e a bruciapelo. Io prometto severa e rapida giustizia verso i delinquenti, confido che il rimorso di questo turpe delitto li tormenterà in eterno e che in giorni migliori la città di Schio ricorderà con vergogna e orrore questa spaventosa notte e con ciò ho detto tutto», 8 luglio 1945, Sala municipale di Schio); oppure il testo di Silvano Villani (“L’ECCIDIO DI SCHIO. Luglio 1945: una strage inutile”); o gli esiti dei successivi processi con relative condanne. Una amministrazione così attenta nel “radiografare” le connotazioni politiche delle associazioni che richiedono il patrocinio, è anche storicamente informata e preparata sulla orrenda, inutile ed
ingiustificata strage in oggetto? In questi anni, a quanto pare, l’amministrazione legnaghese ha appaltato lo spazio della cultura storica ad associazioni con “connotazioni politiche” ben definite, ma gradite. Se la cantano e se la suonano tra di loro verrebbe da pensare, ma per fortuna a studiare e scrivere la storia non ci sono solo loro", si conclude il comunicato.