Furti in abitazione a Minerbe: un nuovo arresto e riconosciuta l'associazione a delinquere
Un nuovo esito dalle indagini sulla banda di malviventi fermata e portata in carcere alla fine del 2017 dai carabinieri di Minerbe.
Un nuovo arresto e riconosciuta l'associazione a delinquere. Un nuovo esito dalle indagini sulla banda di malviventi fermata e portata in carcere alla fine del 2017 dai carabinieri di Minerbe.
Le indagini
Un anno di indagini da parte dei carabinieri di Minerbe guidati dal maresciallo Simone Bazzani, con il vicebrigadiere Simone Ortombina, insieme al Norm di Legnago del capitano Lucio De Angelis, ha portato il Pm Pascucci a chiarire il quadro intorno ai malviventi della banda che il 29 dicembre del 2017 finirono in carcere per furto in abitazione. In quell'occasione fu trovata della refurtiva e durante la perquisizione nell'abitazione di Legnago in uso ai tre malviventi, venne ritrovata una grande quantità di monili in oro e un uomo che si occupava di Verona, Padova e Mantova.
Sono dunque quattro i membri di questa banda che agiva tra Verona, Padova e Rovigo: Candy Suffer dell'80, deceduta in carcere a luglio del 2018, il compagno Giancarlo Catter, classe 1985, Luca Bonora, classe 1982, ai quali si è aggiunto il cinquantasettenne Giuseppe Bellinati, accusato di ricettazione.
Le risultanze delle indagini
I colpi che sono stati ricondotti a questi malviventi tra il 2015 e il 2017, grazie alle indagini, sono in totale 20, quindici in abitazione e cinque in strada in due modalità: a strappo o con l'abbraccio, per un totale di un centinaio di monili in oro, parte dei quali già restituiti ai legittimi proprietari. Il modus operandi era sempre lo stesso: la banda usciva di casa con una Renault Clio, quando agivano in abitazione la donna chiedeva dell'acqua o di usare il bagno per "raccogliere" tutto ciò che riusciva, se agivano in strada sempre Candy chiedeva indicazioni o riusciva ad abbracciare le persone. A Montagnana i tre malviventi misero anche a segno un furto in un'azienda agricola, appropriandosi di alcune carte di credito. Una volta raccolto il bottino i malviventi Bellinati sarebbe risultato l'uomo che si recava dai "Compro oro" di diverse province e vendeva quanto erano riusciti ad asportare.
Il valore di un ricordo
Tra la refurtiva di questi malviventi sono stati recuperati anche pezzi che hanno un valore affettivo, prima che economico: una collana che appartiene a una donna ultra ottantenne alla quale venne lasciata dalla madre in punto di morte a Isola della Scala, oppure l'orologio da taschino che le Ferrovie dello Stato avevano donato a un uomo che aveva lavorato per 40 anni con loro.
Un lavoro certosino e le molte persone che negli anni si sono recare alla stazione di Minerbe per il riconoscimento ha fatto chiudere il cerchio di questa indagine.
Le accuse
Sui malviventi gravano le accuse di uso improprio di carte di credito, ricettazione e furto aggravato in abitazione, con strappo e destrezza. Reati ai quali il giudice, nell'emettere le ordinanze, ha riconosciuto il vincolo imputativo dell'articolo 416: l'associazione a delinquere e recidiva reiterata e specifica