Handy Meal il food sharing visto da Federico e Riccardo

De Fanti è residente in paese, il suo socio Ceron è invece vicentino. Si sono incontrati sul posto di lavoro e hanno iniziato a «sognare».

Handy Meal il food sharing visto da Federico e Riccardo
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Handy Meal il food sharing visto da Federico e Riccardo. De Fanti è residente in paese, il suo socio Ceron è invece vicentino. Si sono incontrati sul posto di lavoro e hanno iniziato a «sognare».

Handy Meal il food sharing visto da Federico e Riccardo

Due giovani. Uno è Federico De Fanti, 25enne di Sommacampagna. L’altro è Riccardo Ceron, 28 anni, di Vicenza. Il primo lavora come amministrativo in un’azienda di disinfestazioni di Verona; l’altro, per la stessa azienda, fa il consulente. Si trovano spesso a parlare di lavoro, ma anche di passione, di sogni. Riccardo ha studiato sicurezza alimentare, e il suo pallino è quello di applicare la tecnologia e le connessioni al rito più antico, quello del cibo. Ne parla a Federico, che immediatamente sbarra gli occhi: «Ci siamo trovati subito - raccontano i due all’unisono - Abbiamo iniziato a parlarne senza sosta, ma il passo successivo era passare dalle parole ad uno schema, ad un progetto di massima per capire cosa davvero volevamo fare».

Il progetto

I due vogliono creare un sito internazionale che metta in contatto chi ha la passione per la cucina; o meglio, «connettere» chi ama cucinare e chi adora mangiare: «HandyMeal, questo il nome del progetto e del sito, che tra poco avrà anche una app, vuol dire “pasto semplice”, casereccio, pratico e veloce, da non confondere con “fast food” - spiegano i due novelli imprenditori - C’erano già realtà simili in Italia ma con un bacino nazionale. Noi vogliamo puntare a raggiungere un’audience europea e mondiale, tanto che il sito è già in italiano, inglese e spagnolo, e spesso sarà incrementato con altre lingue. Il concetto - continuano Federico e Riccardo - è quello del “food sharing”, ossia di “condivisione” della propria cucina».

Hai fame o vuoi cucinare?

Il meccanismo è semplice: chi ha passione per la cucina, sia dilettanti che professionisti, finanche studenti dell’alberghiero, si mettono a disposizione sul sito, creando un proprio profilo. Questi ultimi offrono i loro «servigi» culinari a casa propria o anche a domicilio. Dall’altra parte, chi ha voglia di mangiare e assaggiare cucina casereccia con una sorta di «chef privato», contatta il cuoco per accordarsi su menù, tempi e tariffe. «Sul sito ci si può registrare come chef o come clienti. Una volta che il commensale contatterà lo chef, scegliendolo tra tipi di cucina, specialità ecc., si organizzeranno tra loro per decidere chi porterà cosa e dove avverrà la cena o il pranzo, così come il prezzo per persona».

I costi

Chiediamo a Federico e al suo socio Riccardo i costi per gli utenti: «Sia per il cuoco che per il cliente l’iscrizione è gratuita. Solo il cuoco pagherà per poter interagire con il cliente una volta che viene contattato» ci spiegano. Gli chef amatoriali potranno scegliere dal sito un abbonamento mensile da 14,89 euro, trimestrale da 34,89 o semestrale da 54,89. Chiediamo di eventuali criticità legate alla somministrazione del cibo: «Noi non entriamo nel merito della cucina, si presuppone che avvenga tutto a livello casalingo, come prevede la norma igienico sanitaria: noi siamo solo intermediari».

Obiettivi ambiziosi

Con i due giovani parliamo anche di costi affrontati in start-up e di business plan: «Nell’arco di 10 anni puntiamo al milione di iscritti in tutto il mondo tra cuochi e clienti. Abbiamo già investito intorno ai 10mila euro per la realizzazione del sito e per la pubblicità sui social, su cui puntiamo moltissimo» concludono i due.

Commenti
Viorica

Bravi, siete davvero bravi, vi auguro un bel successo!

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