Congresso delle famiglie di Verona, l'appello di 200 accademici: "Togliere patrocinio della Presidenza del Consiglio"
Oltre 200 tra professori, ricercatori e docenti in materie giuridiche di università italiane ed europee si sono detti preoccupati per "l'orientamento profondamente reazionario dell'evento"
Il congresso mondiale delle famiglie, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, continua a far parlare di sé. Dopo i duri attacchi arrivati da don Ciotti, che lo ha definito "una vergogna", adesso arriva anche l'appello di 246 tra professori, ricercatori e docenti in materie giuridiche di università italiane ed europee affinché venga tolto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri (cosa che il premier Conte si è impegnato a fare) e quello del Ministro per la Famiglia e la Disabilità (il ministro Fontana, al contrario di Conte, ha confermato il patrocinio).
"Si mira alla revoca di alcuni diritti e conquiste"
Nell'appello vi è scritto chiaramente che "il forum riunirà leader che, lungi dall’essere semplicemente interessati alla protezione della famiglia in senso tradizionale, mirano alla revoca di alcuni diritti e conquiste del costituzionalismo democratico occidentale, quali: il diritto all’autodeterminazione delle donne, incluso il diritto all’aborto e l’istituto del divorzio, l’autonomia del ruolo della donna nella società, e in particolare il diritto della donna a svolgere una professione (male cui si attribuisce la recente crisi demografica), il diritto all’integrità fisica delle persone omosessuali".
"Diritto all'integrità fisica delle persone omosessuali"
Proprio quest'ultimo punto, in particolare, preoccupa gli accademici che sottolineano come "tra gli speaker spiccano, infatti: Theresa Okafor, attivista nigeriana impegnata a introdurre il reato di sodomia, punendo sia le relazioni tra persone dello stesso sesso che la frequentazione di locali o altri raduni per omosessuali; Lucy Akello, promotrice della legge ugandese volta a introdurre l’ergastolo o la pena di morte per gli omosessuali".
"Orientamento profondamente reazionario"
I firmatari si dicono "allarmati e sconcertati dall’orientamento profondamente reazionario di cui questo Congresso è espressione, non possiamo non ricordare come il diritto all’integrità fisica delle minoranze sessuali, il diritto all’autodeterminazione della donna, includente il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, il divorzio e il diritto allo svolgimento di un’attività professionale (al di fuori dei compiti di cura della prole, sfera nella quale il Congresso si propone di relegare la donna madre), sono conquiste cardine e irrinunciabili che il Governo ha il dovere di tutelare. Preoccupati dall’ondata di odio e intolleranza che sta travolgendo il nostro Paese negli ultimi mesi, riteniamo doveroso insorgere contro la concessione del Patrocinio ed esprimere la nostra ferma contrarietà dinanzi al rischio di abdicazione, da parte dello Stato, alla fondamentale funzione di tutela dei diritti costituzionalmente sanciti, guadagnati con il doloroso sacrificio e l’inesauribile tenacia dei cittadini e delle cittadine d’Italia nel corso degli ultimi decenni".
QUI L'APPELLO DEGLI OLTRE 200 ACCADEMICI
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