Oltre 50 fotografi raccontano la zona Zai di Verona
Presso la Sala Birolli verrà inaugurata la mostra fotografica “Zai. Un percorso di comunicazione visiva”.

Sabato 4 maggio alle 18:00, presso Sala Birolli, inaugura la mostra fotografica “Zai. Un percorso di comunicazione visiva”. L’esposizione, ideata da Vittorio Rossi dell’APS Magazzino Verona e curata dal medesimo insieme a Federico Martinelli dell’Associazione Culturale Quinta Parete di Verona, che ne è l’organizzatrice, vanta il patrocinio del Comune di Verona - Assessorato al Decentramento Marco Padovani – e presenta il lavoro di 55 fotografi tra i 14 e i 73 anni.
La cultura fotografica
Ancora una volta Quinta Parete, all’interno dello spazio dell’ex macello (accesso da Via Filippini e da via Ponte Aleardi all’interno del più ampio complesso del Centro Botteghe Artigiane), propone un evento fotografico che vede impiegati numerosi amatori, appassionati, emergenti ed esperti di quest’arte, nell’ottica di proporre sempre progetti innovativi. L’iniziativa, in particolare, è nata nell’ambito degli incontri sulla cultura fotografica tenuti da Vittorio Rossi all’interno dello spazio Cabaret Voltaire nell’ottica di un’ampia diffusione della fotografia. Partner dell’evento in Sala Birolli sono Benacus Arte, la Cantina Vinicola Paolo Cottini, La Tigella e Benacus Arte, che sostengono da tempo le iniziative dell’Associazione.
"La fotografia è un linguaggio unico e primario"
Rossi sottolinea la particolarità del linguaggio fotografico: «La paura, che forse è la più arcana delle emozioni primarie è sempre uguale sia che ad averla sia un bambino sia che si tratti di un anziano. Anche la fotografia è un linguaggio unico e primario. Da queste considerazioni è nata questa mostra, che può essere considerata come esperimento collettivo dal risultato sorprendente. Uno solo scatto per ogni autore per sintetizzare il luogo, un posto formalmente non bello ma che esercita un fascino irresistibile e unico nel suo genere e che merita di essere valorizzato».



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"Un omaggio a un quartiere sospeso tra archeologia industriale e nuove costruzioni"
Conclude Martinelli: «La giovane età di chi si affaccia a quest’arte per la prima volta -o che vi si è affacciato da poco- e la maturità di chi ha la padronanza del mezzo da oltre cinquant’anni, sono uno dei punti di forza di un progetto che vuole essere un omaggio a un quartiere sospeso tra archeologia industriale e nuove costruzioni, frutto di architetture anche audaci e innovative. Ci sono poi, oltre alla differente padronanza tecnica, tutte le sensibilità che portano, gli autori di ogni scatto, a valorizzare ora un aspetto, ora un altro. Che sia la differenza generazionale, che sia semplicemente la necessità di fissare un dato attimo anche per questioni ambientali o temporali, ciò che l’osservatore può individuare è un percorso genuino e d’istinto verso la contraddittorietà e il fascino di un quartiere sospeso tra memoria e innovazione».
Orari
Dopo l’inaugurazione del 4 maggio alle 18:00, alla presenza dei curatori, dei fotografi e delle autorità, la mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 17:00 alle 19:30. Il sabato e domenica dalle 10 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 19:30. L’ingresso è libero.
I cinquanta fotografi in mostra
Cataldo Albano, Cinzia Aldegheri, Giampietro Arlandi, Mara Balabio, Daniela Bazzerla, Giovanna Beltrame, Barbara Boni, Gabriella Brugaletta, Elena Campedelli, Stefano Campostrini, Stefano Cavallini, Claudio Concina, Danila Daniel, Giada De Bon, Luca De Bon, Paolo Facchini, Irene Faccio, Stefano Gaspari, Andrea Gironi, Giulio Gironi Maria Luisa Giuliari, Silvia Gonzato, Sara Gozzo, Marilla Livellini, Marina Lodola, Gianni Lonardi, Alice Lupi, Flavia Marani, Stefano Mazzi, Marco Meneghello, Ivano Mercanzin, Chiara Morando, Daria Morgon, Livio Nogarin, Luisa Perini, Erich Perrotta, Sergio Pimazzoni, Antonio Rigoni, Giuliana Rossato, Vittorio Rossi, Massimo Sbardelaro, Mariuccia Scarmagnani, Matilde Schiavone, Paolo Signorini, Patrizia Sonato, Elisa Spinelli, Silvio Tornieri, Antonella Vecchi, Anna Veronesi, Paola Zacchè.