Olivia Maria nasce in casa a Monteforte ed è subito magia
Lucia Tebaldi, 28enne del paese, racconta un momento che rimarrà indelebile nella sua mente per tutta la vita.
Olivia Maria nasce in casa a Monteforte ed è subito magia. Lucia Tebaldi, 28enne del paese, racconta un momento che rimarrà indelebile nella sua mente per tutta la vita.
Olivia Maria nasce in casa a Monteforte ed è subito magia
«Ricordo la magia di quel momento, la casa sommersa di fiori e lei, con i suoi occhioni già aperti al mondo». Con queste parole Lucia Tebaldi, 28enne di Monteforte d’Alpone, racconta un momento che rimarrà indelebile nella sua mente per tutta la vita: la nascita della piccola Olivia Maria che la mattina del 17 aprile, alle 9.32, ha deciso di venire al mondo. Una nascita per alcuni «fuori dagli schemi» ovvero non in una sala parto ma nel soggiorno di casa, all’interno di una piscina d’acqua con al fianco degli angeli: il compagno Luigi, 30enne, originario di Chioggia, con il quale convive da anni, le ostetriche Alice Derna di Mamagea, Elena Cecchetto di Mamastè e Tania Albertin con Giulia Cecchetto fotografie.
Una scelta fuori dagli schemi
Una scelta difficile da far capire ai famigliari e amici della coppia, preoccupati che fosse un azzardo, che la piccola non potesse avere tutte le cure necessarie e per questo la stessa nascita di Olivia Maria è stata comunicata a cose fatte. «Avevamo provato a preparare i nostri genitori alla cosa - racconta la neo mamma - ma vedendo che creava loro agitazione ci siamo detti: ok glielo teniamo nascosto e li chiameremo solo quando la piccola sarà nata». E così è stato. «Lunedì notte ho perso il tappo mucoso e da martedì ho iniziato ad avere delle perdite - racconta Lucia - Convinta si potesse trattare della rottura alta delle membrane, ho contatto Alice (Derna di Mamagea) che mi ha seguito passo passo durante tutta la mia gravidanza, trattandosi di una gravidanza fisiologica, e mi ha consigliato di fare un passaggio in ospedale».
Le contrazioni e l'inizio del viaggio
La data presunta del parto era il 13 aprile per cui i tempi erano maturi. «In ospedale mi hanno detto che era tutto ok e che lo stick era positivo per cui sono rientrata a casa. Non avevo ancora dolori né contrazioni e quando sono riuscita a coricarmi, intorno alle 2, è iniziato il tutto. Mi sono partite le contrazioni ed erano già belle forti. Ho quindi richiamato Alice che in breve tempo è arrivata e dopo un po’ mi hanno raggiunto anche Elena, Giulia (di Mamastè) e Tania e lì è iniziato il mio travaglio. Alice è stata fondamentale per me, non mi ha mollata un attimo e nel frattempo mentre allestivano la piscina in soggiorno, io mi sentivo pronta a spingere. La mia piccolina aveva fretta di uscire».
Date nel destino
Lucia aveva un solo timore: quello di non sapere gestire il dolore perché, fortuna sua, non ha mai avuto grandi problemi di salute. Timore che ha superato grazie al super team che ha assistito alla nascita della sua primogenita che porta un nome importante: quello della nonna Maria e che il destino ha voluto legare alla nuova nata in quanto la data presunta del parto, il 13 aprile, coincideva con quella di morte della nonna venuta a mancare lo scorso anno, il cui funerale è stato celebrato il 17 aprile, giorno che l’anno dopo è coinciso con la nascita di Olivia Maria. Con la piccolina tra le braccia per i neo genitori è arrivato il momento di comunicare ai famigliari il lieto evento.
La sorpresa ai nonni
«Non potevamo dire al telefono che la piccola era nata e per questo li abbiamo chiamati dicendo che era iniziato il travaglio», racconta Lucia che ricorda ancora la faccia di sua madre quando si è scapicollata a casa e ha visto la sua nipotina per la prima volta. «Aperta la porta di casa e realizzato che era già nata, è sbiancata. Non se l’aspettava proprio, mi ha vista sul divano serena e non riusciva a capire». Eppure era tutto vero. Anche il papà di Lucia non era felice di essere stato tenuto all’oscuro della cosa e per qualche giorno ha tenuto il muso ma poi, difronte alla sua piccolina, si è sciolto e ha messo da parte la sua risolutezza.
Romina Disconzi